Ieri sera la trasmissione Blu Notte (Carlo Lucarelli, RaiTre) ha trasmesso un documento sugli avvenimenti del G8 di Genova, 2001. Nell'era dei telefonini, delle videocamere e delle fotocamere digitali, si può affermare senza timore di essere smentiti che ogni minuto del G8 di Genova sia stato ripreso, fotografato, registrato. Il G8 del 2001 non dovrebbe avere lati oscuri. Invece. Invece le zone d'ombra sono ancora molte e su queste la trasmissione ha cercato di far luce.
Prologo
Nei giorni precedenti l'inizio del vertice, qualcuno inizia ad alzare il livello di tensione: l'ex vicequestore Burlando parla di informative del Sisde nelle quali si indica il pericolo di lanci di sangue infetto, di pitbull aizzati contro i poliziotti, di copertoni incendiati da lanciare contro le forze dell'ordine da parte dei manifestanti... I media si dimostrano prontissimi a riportare, amplificandole, queste notizie. Un anonimo lascia a Palazzo Chigi un documento non firmato, scritto nello stile dei servizi, nel quale si esprime perplessità sulla scelta di affidare l'ordine della città ad Andreassi, "uomo di estrema sinistra". Nel documento si afferma anche che "i poliziotti" nel caso fossere lasciati soli "potrebbero reagire sparando". Ad alzare il livello di scontro ci pensano anche Casarini e Caruso (i disobbedienti) con comunicati che parlano di "dichiarazioni di guerra". E poi ci sono le bombe: al TG4, alla caserma dei carabinieri di San Fruttuoso e allo stadio Carlini.
Nel frattempo, nessuno nelle forze dell'ordine si prepara a gestire la manifestazione e gli scontri: i Black Block non vengono schedati, né bloccati alle frontiere (il trattato di Schengen è sospeso in quei giorni).
E nessuno si preoccupa di istruire polizia e carabinieri delle differenti anime del Genoa Social Forum: dalle Acli, a Lilliput, dall'Arci a Pax Cristi al centro sociale Leoncavallo. I reparti che si occuperanno del mantenimento dell'ordine vengono dotati di gas lacrimogeni: un'arma chimica proibita in guerra. Ma il 7° nucleo antisommossa potrà utilizzarla per le strade di Genova. I reparti vengono anche dotati del nuovo manganello "Tonfa", in alluminio. Un'arma vera e propria verso la quale il comandante della Polizia di Los Angeles afferma che bisogna tenere la stessa reverenza d'uso che per una pistola. Viene appositamente previsto un reato per fermare i Black block : associazione a delinquere per devastazione e saccheggio. Fermo prolungato fino a 4 giorni, per permettere il blocco dei teppisti fino alla fine del G8 e delle manifestazioni. Nessuno verrà arrestato per questo reato.
Ma cosa è successo a Genova?
Il primo giorno, il 19 luglio, nulla.
Il secondo giorno, entrano in scena i Black Block: irrompono in piazza Zanobi, ma le forze dell'ordine non intervengono. Si spostano poi in piazza Trento, fino a piazza Manin dove manifestano i militanti della rete Lilliput. I Black block si disperdono e ad essere caricati e pestati sono proprio gli attivisti di Lilliput. La polizia fa 60 feriti ma non ferma alcun B.B.
Nel pomeriggio del 20 luglio c'è il corteo dei disobbedienti, autorizzato: si sposta dallo stadio Carlini.
La compagnia Alfa del dottor Mindelli e del cap. Bruno, viene mandata in piazza Giusti contro i B.B. che la stanno devastando. Per problemi di comunicazione, anziché essere dirottata al carcere di Marassi, dove nel frattempo i B.B. si sono spostati, si imbatte nelle tute bianche in via Tolemaide. Il corteo viene caricato, per errore. Si crea un tappo, col rischio di esasperare la situazione. I manifestanti si disperdono per le strade laterali che vengono spazzate via dalle cariche dei blindati lanciati ad alta velocità. Sono scene che ricordano le cariche del '75 a Milano, dove morì il professor Zibecchi. Anche la compagnia Echo del capitano Cappello viene provocata dai Black block ed il film si ripete: i carabinieri caricano i manifestanti in via Tolemaide mentre i B.B. spariscono. Ma i Carabinieri commettono un erorre facendosi tallonare da due Defender. Quando le tute bianche rompono la carica, le jeep bloccano il deflusso e una di queste rimane bloccata in piazza Alimonda.
Le prove documentali di questi lunghissimi secondi sono molte (foto e filmati, da diverse angolazioni). Il defender si blocca; i manifestanti lo attaccano; il lunotto posteriore spaccato da cui spunta una pistola; i colpi e il corpo di Carlo Giuliani a terra. "Oddio, porca troia... no..." urla una voce.
Sono le 17:27 e c'è scappato il morto.
Carlo Giuliani è stato ucciso da un colpo sotto lo zigomo e dal passaggio del defender sul suo corpo.
Negli attimi immediatamente successivi alla tragedia il vicequestore Lauro mette in piedi una sua sceneggiata, accusando un manifestante. "Sei stato tu ad ucciderlo, l'hai ucciso tu, bastardo, col tuo sasso ...". Inquietanti due foto a confronto: nella prima un sasso si trova dietro la testa di Carlo, ad una 40ina di centimetri. Nella seconda, sporca di sangue, si trova a pochi centimetri dalla fronte del ragazzo.
Le forze dell'ordine fermano molte persone: art 380 "arresto in fragranza di reato". Dovrebbero essere ammanettati e trasportati nei centri di detenzione e poi nelle carceri. Ma mancano i pullmann e la gente rimane a Bolzaneto anche 35 ore.
Cosa succede a Bolzaneto? Qualcosa di indegno di un paese civile. Insulti, pestaggi, ingiurie, sospensione dei diritti civili. Un testimone ricorda una canzone intonata dai poliziotti:
1, 2, 3 viva Pinochet
4,5,6 a morte gli ebrei
7,8,9 il negretto non commuove
Sieg Heil Apartheid!!!
Siamo in Italia, nel luglio del 2001.
Il giorno dopo parte un altro corteo di 300000 persone. Sembra scorrere tutto tranquillo, ma ad un certo punto in testa al corteo spuntano i B.B.. Arrivano le cariche che spezzano il corteo: la coda sarà costretta a defluire a fatica verso la stazione e l'autostrada. Nel frattempo, al solito, i B.B. si dileguano.
Epilogo
L'orrore dei fatti di Genova non è finito: termina col blitz alla scuola Diaz utilizzata come dormitorio dai manifestanti (in maggiornaza stranieri) del Genoa Social Forum. La prima persona in cui si imbattono è il giornalista inglese Mark Covell: 8 costole rotte, un polmone forato, 4 giorni di coma. Gli altri ragazzi subiscono un pestaggio violento, selvaggio: i giornalisti che vedranno la scena parleranno di "notte cilena a Genova". Pozze di sangue, teste rotte, ciocche di capelli e sangue sui caloriferi. Racconta Lorenzo Guagnaducci "è una situazione brutta, nessuno ti può salvare, perché la polizia è già lì... cadono tutti i tuoi punti di riferimento". Il vicequestore Fournier al processo: "Sembrava una macelleria messicana". "Durante le indagini non ebbi il coraggio di rivelare un comportamento così grave da parte dei poliziotti per spirito di appartenenza".
Per giustificare l'azione, nella conferenza stampa del giorno seguente la polizia afferma che la Diaz era un covo di Black block e costituivano prova del fatto le armi, le tute nere e le due molotov ritrovate.
Ma non è così: le due Molotov, riconosciute da un agente, erano stato ritrovate in un aiuola durante le manifestazioni del pomeriggio. Alla Diaz saranno fermate 93 persone di cui 87 feriti. In seguito saranno tutti scagionati.
Quali sono i numeri del disastro del G8?
6200 candelotti sparati
20 colpi di pistola
50 miliardi di danni
1200 feriti, 273 tra le forze dell'ordine
250 arrestati
1 morto.
Perché tutta questa violenza da parte delle forze dell'ordine? Dalle comunicazioni via radio, riferendosi alla morte di Carlo Giuliani, due membri delle forze dell'ordine scherzano: "Uno a zero per noi, yeah!": cosa è successo alla polizia che dovrebbe essere al servizio del cittadino? "Se sei aggredito da uno, chiami la polizia. Ma se ti aggredisce la polizia, chi chiami?" diceva l'ex vicequestore Burlando.
Quali gli errori commessi? Di chi la responsabilità?
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