giovedì 28 febbraio 2008

Presentato il programma: saremo gli Zapatero italiani

MILANO - Un programma come quello di Zapatero, campione del socialismo europeo, e «più innovativo di quello del Pd». La Sinistra arcobaleno presenta la sintesi delle sue proposte, quattro cartelle in cui sono condensate le circa trenta pagine di ricette per un Paese nuovo, ma anche «migliore e più giusto». «Su diritti civili, stabilizzazione dei precari e ambiente il nostro programma è come quello di Zapatero, quindi forse è troppo di sinistra per il Pd», ha spiegato il Verde Pecoraro Scanio, «in Italia l’unica sinistra moderna e innovatrice siamo noi». Meno esterofila, ma ugualmente anti-Pd l’impostazione di Oliviero Diliberto: «Noi votiamo in Italia, e qui a destra c’è il Pdl e a sinistra noi. Il Pd è una bizzarra aggregazione che va da Binetti a Bonino e dall’operaio Thyssen a Colaninno, un partito che sui temi di crescita e competitività non ha una sola ricetta ma oscilla. Noi pensiamo che la competitività non passa sulla pelle dei lavoratori e non si misura solo con il Pil».

Ecco, più nel dettaglio, i 14 punti del programma:

SICUREZZA SUL LAVORO - Fissare per legge la durata massima del lavoro giornaliero in 8 ore e in 2 ore la durata massima degli straordinari; approvare subito i decreti attuativi del Testo Unico sulla Sicurezza sul lavoro per più controlli e certezza; severità delle pene per le imprese che trasgrediscono le norme.

LOTTA A PRECARIETÀ - Superare la legge 30 e affermare il contratto a tempo pieno e indeterminato come forma ordinaria del rapporto di lavoro; rafforzare la tutela dell’articolo 18 contro i licenziamenti ingiustificati; cancellare dall’ordinamento le forme di lavoro co.co.co, co.co.pro e le false partite IVA.

SALARI, FISCO, REDISTRIBUZIONE REDDITO - Fissare per legge il salario orario minimo per garantire una retribuzione mensile netta di almeno 1.000 euro. Meccanismo di recupero automatico annuale dell’inflazione reale; portare le detrazioni fiscali per i lavoratori dipendenti a 1,200 euro; introdurre un reddito sociale per i giovani in cerca di occupazione e per i disoccupati di lungo periodo, costituito da erogazioni monetarie e da un pacchetto di beni e servizi. Diminuire il prelievo fiscale per i redditi più bassi dal 23 al 20% e aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie al 20%, redistribuire il reddito ai lavoratori attuando immediatamente la finanziaria 2008 che destina loro tutto l’extragettito.

LAICITÀ - Uguaglianza sostanziale dei diritti delle persone omosessuali; riconoscimento pubblico delle unioni civili; ognuna e ognuno ha il diritto di decidere del proprio corpo e della propria vita, propone una legge sul testamento biologico.

LIBERTÀ DONNE - La legge 194 va applicata estendendo in tutto il Paese la rete dei consultori e introducendo in via definitiva la pillola RU486; nuova legge sulla fecondazione assistita per eliminare i divieti della legge 40; no a discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere.

PACE E DISARMO - Attuare in pieno l’art.11 della Costituzione. L’Italia non deve più partecipare a missioni al di fuori del comando politico e militare dell’Onu. Tagliare le spese per gli armamenti, avviare la riconversione dell’industria bellica applicando la legge 185. Al bando per legge le armi nucleari dall’Italia. No alla nuova base Usa a Vicenza, sì a una Conferenza nazionale sulle servitù militari per ridiscutere le basi della guerra preventiva sul territorio italiano. Nuova legge sulla cooperazione allo sviluppo.

PATTO PER IL CLIMA - No al nucleare, superare entro il 2020 il 20% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e ridurre del 20% le emissioni; un grande investimento pubblico in pannelli solari su tutti i tetti delle case e degli edifici pubblici. L’acqua deve essere bene pubblico. Ripubblicizzazione dei servizi idrici, legge quadro sul governo del suolo e inasprimento delle pene contro i reati ambientali e le ecomafie.

‘GRANDI OPERE’ - Per la Sinistra sono: messa in sicurezza del territorio dal rischio sismico e idrogeologico; investimenti per migliorare i servizi di trasporto per i pendolari e la mobilità nelle città con nuove metropolitane, linee tramviarie e mezzi a energia pulita. Nei prossimi 5 anni 1000 treni per i pendolari. No a Ponte sullo Stretto, Mose, TAV; sì a interventi su nodi ferroviari urbani, infrastrutture ferroviarie al Sud, potenziare i valichi alpini. Investimenti sul trasporto merci su rotaia e sulle autostrade del mare. Ridurre la produzione di rifiuti, forti investimenti nella raccolta differenziata, misure concrete per il riciclaggio, impiego delle tecnologie più avanzate.

SALUTE - Adeguare il fondo sanitario nazionale al livello europeo, superare ticket e liste d’attesa, inserire le cure odontoiatriche nei livelli essenziali del Ssn. Legge sulla non autosufficienza, finanziando un fondo nazionale per almeno 1,5 miliardi di euro, aumento del fondo nazionale per le politiche sociali e indicazione di livelli essenziali delle prestazioni per eliminare la divaricazione fra regioni ricche e povere. Un piano di asili come cardine della rete di servizi per i bambini.

CASA - No agli sfratti se non da casa a casa. Piano nazionale per l’edilizia sociale per 1,5 miliardi di euro. Fondo per la ricontrattazione dei mutui di chi ha acquistato la prima casa e rischia di perdere l’alloggio; eliminare l’Ici sulla prima casa non di lusso per i redditi medio-bassi.

IMMIGRATI - Abolire la legge Bossi-Fini, approvare una nuova normativa che introduca l’ingresso per ricerca di lavoro, meccanismi di regolarizzazione permanente, il diritto di voto alle amministrative, la chiusura dei CPT, una legge sulla cittadinanza sulla base del principio dello jus soli.

ISTRUZIONE, FORMAZIONE, UNIVERSITÀ, RICERCA - Laicità della scuola pubblica, scuole private libere ma senza oneri per lo Stato. Generalizzare la scuola dell’infanzia, estendere il tempo pieno e prolungato, innalzare l’obbligo scolastico da fare nella scuola e da portare progressivamente a 18 anni; valorizzare il ruolo dell’insegnante. Aumentare l’investimento pubblico in alta formazione e ricerca, per raggiungere la media dei paesi Ocse; rinnovare il sistema università e ricerca con il reclutamento di 3000 giovani ricercatori l’anno fino al 2013; estendere il diritto allo studio elevando a 20.000 euro il limite di reddito per aver diritto alla borsa di studio.

COSTI POLITICA - Ridurre il numero di parlamentari e consiglieri regionali. La retribuzione dei parlamentari non deve essere superiore a quella media dei loro colleghi nei Paesi europei. Sottrarre per legge ai partiti le nomine, nella Sanità come negli altri settori pubblici.

INFORMAZIONE - Abrogare la ‘legge Gasparri, approvare una vera legge di sistema che imponga tetti antitrust e impedisca posizioni dominanti nelle comunicazioni e nell’industria culturali. È assolutamente indispensabile approvare una vera legge sul conflitto di interessi.

Fonte: Corriere.it

martedì 26 febbraio 2008

Ue: il 25% dei bimbi italiani a rischio povertà

BRUXELLES - In Italia un bimbo su 4 è a rischio povertà. L’allarme viene dalla Commissione europea, che ha presentato il suo rapporto sulla "Protezione sociale". Peggio dei nostri ragazzi tra gli 0 e i 17 anni stanno i lituani, i romeni, gli ungheresi, i lettoni e i polacchi. La media Ue è del 19% per i bambini, contro il 16% della popolazione complessiva. L’Italia batte anche questa media, con un totale di cittadini a rischio povertà del 20%, più che in Romania (19%).

CLASSIFICA - La classifica è pesante anche per i bambini britannici e spagnoli, appena prima degli italiani, al 24%. I più fortunati sono quelli del Nord Europa, in Danimarca e Finlandia (10%), ma anche in Slovenia (12%), Cipro (11%) e Germania (12%). Naturalmente il dato non è assoluto, è cioè calcolato in ragione del reddito medio del Paese di residenza, ma questo non consola molto chi è a rischio. Lo studio è ricchissimo di dati presi da ogni punto di vista, e ne emerge, spiega una nota, che le riforme nel campo della protezione sociale e le politiche di inclusione attiva hanno contribuito l’anno scorso a dare impulso alla crescita e all’occupazione in Europa. Si deve però fare di più per assicurare che tali ricadute raggiungano le persone ai margini della società e per migliorare la coesione sociale.

RISCHIO POVERTA' - Il 16% dei cittadini dell’Ue, si spiega nel rapporto, rimane esposto al rischio di povertà mentre circa l’8% si trova a rischio di povertà nonostante il fatto di avere un lavoro. Sui 78 milioni di europei che vivono a rischio di povertà 19 milioni sono bambini. Per spezzare il circolo della povertà e dell’esclusione si spiega nel rapporto occorrono politiche sociali mirate e si deve fare in modo che ogni bambino renda meglio a scuola se si vogliono assicurare le pari opportunità per tutti. Si devono rafforzare le politiche di inclusione e di antidiscriminazione anche in relazione ai lavoratori migranti e ai loro figli e alle minoranze etniche. Se i bambini sono poveri, spiega il rapporto, è perché vivono in nuclei familiari con genitori disoccupati o a scarsa intensità lavorativa o perché il lavoro dei loro genitori non è sufficientemente redditizio e le iniziative a sostegno dei redditi sono inadeguate per ovviare al rischio di povertà. La lotta alla povertà infantile richiede quindi una combinazione di buone opportunità di lavoro che consentano ai genitori di accedere al mercato del lavoro e di progredirvi, azioni adeguate e ben concepite a sostegno dei redditi e la messa a disposizione dei necessari servizi per i bambini e le loro famiglie. Si deve trovare il giusto equilibrio tra gli aiuti alle famiglie nel loro complesso e quelli rivolti ai bambini di per sé. I Paesi che presentano i risultati migliori mirano le loro iniziative sui bambini più svantaggiati nell’ambito però di un approccio più ampio a sostegno di tutti i bambini.

Fonte: Corriere.it

lunedì 25 febbraio 2008

Alice guarda i gatti... ma i gatti guardano Uolter Ueltroni

In principio fu Chuck Norris. Poi c'è stato Barack Obama. E infine è toccato a Walter Veltroni. Anzi, a Uolterueltroni. Uno che «da bambino giocava sempre ai cowboy buoni contro gli indiani buoni, anche se gli altri non si divertivano molto». Un politico così equanime che «a bimbumbalegiù butta zero per non fare un torto né al pari né al dispari». Un candidato premier talmente cortese che «non ha mai giocato con le bolle di sapone, perché quando scoppiano ci sta male». Una persona che «non ha nemici, ma solo amici che non hanno ancora capito».

Talmente coerente che «quando gli è stato offerto il dono della sintesi, l'ha rifiutato. Uolterueltroni i doni non li accetta, li fa». Un uomo che, tra uno slancio di altruismo e l'altro, non disdegna nemmeno l'attività fisica: «Uolterueltroni spesso cammina sulle mani per non far sentire le gambe arti inferiori».

IL BLOG - Le battute sono tutte pescate dalla Rete. L'idea di raccoglierle inventandole per l'occasione, è venuta ad un blogger, che l'ha evidentemente ripresa dai celebri «facts» di Chuck Norris (una serie pressoché infinita di freddure che hanno fatto il giro di Internet, in tutte le salse e in tutte le lingue). Nel caso di Veltroni, però, i «facts» sono ispirati soprattutto al buonismo dell'ex sindaco di Roma. E Uolter, a quanto pare, rappresenta un'ottima fonte per i "battutisti". «Uolterueltroniisonmymind - scrive l'ideatore (sabato 23 febbraio) - è nato dalla solita idea balzana in mezzo ad una mattinata noiosa ed è nulla di più che un piccolo divertimento, un passatempo».

Fatto vuole però che, in maniera assolutamente non preventivata, in soli tre giorni ci sono stati più di 4000 accessi, più di 20 blogger hanno accettato (alcuni me lo hanno addirittura chiesto) di partecipare al blog, e molti altri hanno partecipato mandando i loro facts nei commenti, o via mail, o in pvt, per cui sono già stati pubblicati oltre 300 uolterueltronifacts». Un successone, insomma.

BATTUTE ELETTORALI - Non potevano mancare, ovviamente, i «facts» da campagna elettorale. Lo sapevate, ad esempio, che «in origine il programma di Uolterueltroni era di 20 punti e non di 12? Ma Uolterueltroni è talmente generoso che gli 8 punti in più li ha regalati al centrodestra». E avreste sospettato che dopo l'accordo con Di Pietro «quando deve spegnere il suo pc Uolter non arresta mai il sistema. Gli manda un'avviso di garanzia»? Non solo: «Per non sembrare arrogante alle prossime elezioni voterà per gli avversari» e in realtà «si è dimesso da sindaco di Roma solo per dare la precedenza a Rutelli che c'era prima di lui». Uno così sensibile, può essere indifferente alle fibrillazioni dei cattolici all'interno del Pd? Certo che no.

Lui in verità «è cosi rispettoso del Vaticano che si professa ateo per farsi convertire». Ed è così attento agli equilibri interni, «che non si fa crescere i baffi, anche se con quelli è veramente un figo, solo per non offendere D'alema». Ma non è che tutto questo «buonismo» si riveli controproducente per ambire a Palazzo Chigi? Macché. In realtà, assicurano sul blog, «Uolterueltroni ha già vinto le elezioni. Ma non lo dice per non far perdere il lavoro ai sondaggisti di Berlusconi». Insomma, uno così è utile a chiunque: «Tra moglie e marito, metti Uolterueltroni».
Fonte: Corriere.it

sabato 23 febbraio 2008

Pubblicità Progresso: il flagello laico


Laico: se lo conosci, lo eviti. Se non lo conosci è meglio.

giovedì 21 febbraio 2008

Excusatio non petita

Di Pietro comunica che l’Italia dei Valori ha nella sua proposta di programma un intervento radicale sull’informazione:

- una sola televisione pubblica senza pubblicità, pagata dal canone e sottratta all’influenza dei partiti

- esecuzione sentenza europea su Europa 7 e spostamento di Rete 4 sul satellite

- limite di una sola Rete per i concessionari privati (come Mediaset)

- abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria

I direttori delle 3 testate giornalistiche Mediaset tutti sull'attenti, in coro, ad attaccare la proposta. Ma "è stata una cosa spontanea - garantiscono - nessun ordine dall'azienda. Nessuna concertazione tra di noi".

Certo, in Rai solo prostitute e raccomandati, in Mediaset solo professionisti. Della disinformazione!

Dicono di noi...

La foto imbarazzante dell'immondizia per le strade di Napoli
pubblicata sulla copertina del settimanale Newsweek


Non va per il sottile Newsweek di questa settimana. "Agony and the Ecstasy. Italy barely functions. Yet its people are happy. What explains this?" Ossia: Agonia ed estasi. L’Italia funziona a malapena. Eppure il suo popolo è felice. Come si spiega?”.
Imbarazzante la copertina del settimanale, l'ennesima foto dell'immondizia nelle strade campane, e il titolo a caratteri cubitali: "La confusione dell'Italia".
L'analisi di Newsweek, tuttavia, non si ferma all'emergenza rifiuti: si parla anche della storia infinita delle maree che minacciano Venezia, del debito pubblico inarrestabile, di un Paese che non cresce e sul quale pesano gli interventi del Vaticano nell'agenda politica. Il futuro? A voler essere ottimisti, per lo meno incerto, visto che gli Italiani si trovano di fronte l'alternativa poco definita ancora del "dopo-Prodi" e il ritorno come premier di Berlusconi, "tycoon-showman". "Come è possibile – si chiede Newsweek – che un Paese così delizioso si sia ridotto in tali disastrate condizioni politiche ed economiche?".
Una prima, parziale risposta deriva da quello che Newsweek definisce "dolce vita factor": gli Italiani amano la vita e se la godono dimenticando problemi irrisolti da anni e confidando nello 'stellone' nazionale. L'Italia è come il protagonista del film 'Caos calmo', un vedovo seduto sulla panchina di un parco, dedito alla buona tavola e spettatore del mondo che cambia, in perenne attesa del "colpo di genio".
Insomma, per Newsweek l'Italia resta "una nave tra i marosi che miracolosamente evita il disastro. Ma fino a quando? Il Paese è nel caos e rischia di diventare, se non lo è già, la parte più disastrata d'Europa, economicamente, politicamente e socialmente". Non l'aiuta, paradossalmente, il resto del mondo, affascinato dalla sua invidiabile posizione geografica, dal patrimonio d'arte e cultura. All'estero, l'Italia piace anche così, lascia capire Newsweek, e questa indulgenza vale al paese una sorta di status speciale che se in passato è stata la salvezza, ora potrebbe diventare un limite.

Anche il Wall Street Journal dell'"angoscia italiana". "Le imminenti elezioni politiche - scrive oggi il quotidiano americano - creano confusione nelle sale di consiglio delle aziende nazionali. E gli investitori sono giustamente preoccupati". Esemplare il caso Alitalia: le trattative con Air France vanno avanti affrontando "turbolenze", e le aziende a partecipazione statale, anche quelle che vanno molto bene come Eni, Enel e Finmeccanica, vivono una fase di totale incertezza sui successori degli attuali vertici. "Una triste storia", conclude il Wsj, che dimostra "come le grandi industrie italiane restino in mano a poche famiglie ereditarie o a governi instabili".

mercoledì 20 febbraio 2008

What's the difference between Walter and Silvio?

Ecco un simpatico indovinello inviatoci dal Compagno Gilberto. Pubblicheremo le risposte in serata...

1. Abbigliamento:
Cravatta a pallini bianchi con sfondo blu. Chi la indossava nello studio di Vespa?
2. Tav: Si farà, va completata e utilizzata appieno.
3. No-Nimby:
Basta con l'ambientalismo del no che cavalca ogni movimento di protesta del tipo Nimby cioè non nel mio giardino.

4. Pluralismo:
Non possiamo ancora correre ancora il rischio di veder bloccata l'azione del governo da veti e controveti.

5. Diritti:
L'Aborto è un tema troppo delicato per finire nell'agone politico.

6. Stipendi:
Bisogna intervenire sugli stipendi dei lavoratori dipendenti per detassare gli straordinari, le tredicesime, le quattordicesime e togliere di mezzo le tasse inutili.

7. Immigrazione:
Non si possono aprire i boccaporti. Roma era la città più sicura del mondo prima dell'ingresso della Romania nell'Ue.

8. Slogan:
Yes we can.

9. Tasse:
Ridurremo la pressione fiscale.

10. Afghanistan:
I nostri soldati sono lì a difendere la pace. Noi dobbiamo continuare ad essere impegnati in missioni di pace.

11. Afghanistan bis:
Bisogna riconsegnare l'Afghanistan alla democrazia.

12. Imprenditori affezionati:
Gli imprenditori sono lavoratori: dei lavoratori che sono affezionati alle loro aziende.

13. Ici:
Aboliremo l'Ici sulla prima casa.

14. Basta col '68:
Chi allora proponeva il "6 politico" produceva un falso egualitarismo che perpetuava le divisioni sociali e di classe esistenti.

15. Sicurezza:
Maggiore controllo del territorio grazie alle nuove tecnologie, a cominciare dalle reti senza fili a larga banda, e la videosorveglianza da far diventare un terminale della rete

16. Sarkozismi:
Nel mio governo mi piacerebbe avere Blair.

17. Sarkozismi bis:
Nel mio governo vorrei avere Gianni Letta e Letizia Moratti.

18. Meno, meno, meno:
Meno veti, meno burocrazia, meno conservatorismi.

19. Più, più più:
L'Italia deve lasciarsi alle spalle il passato e scegliere il nuovo, smettere di accontentarsi e volere di più, ricercare la felicità»

20. Comunismo:
Il comunismo è l'impresa più disumana della storia con oltre cento milioni di morti

21. Comunismo bis:
Non sono mai stato comunista

22. Montezemolo:
“Guardo con molto interesse al suo programma”.

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Soluzioni
1. Indossavano entrambi la stessa cravatta; 2. Walter; 3. Entrambi; 4. Entrambi; 5. Entrambi; 6. Silvio; 7. Walter; 8. Walter e Obama; 9. Entrambi; 10. Walter; 11. Silvio; 12. Walter; 13. Silvio; 14. Walter e Nicolas; 15. Walter; 16. Silvio; 17. Walter; 18. Walter; 19. Walter. 20. Silvio; 21. Walter; 22. Montez. parlava del programma di Walter ma anche di Silvio

lunedì 18 febbraio 2008

Riposi in pace (ma non troppo...)

MILANO - «Mi sono battuto perché Enzo Biagi non lasciasse la televisione, ma alla fine prevalse in Biagi il desiderio di poter essere liquidato con un compenso molto elevato». Lo ha detto Silvio Berlusconi, nel corso di Tv7. Il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, è tornato a parlare del cosiddetto «editto bulgaro». «Io non ho detto "cacciate Biagi e Santoro" - ha aggiunto - ma mi sono sempre scagliato contro l’uso improprio della tv. Se le forze dell’ordine hanno delle armi, queste servono per garantire l’ordine, se poi si spara alla gente è farne un uso improprio». (Guarda il video della trasmissione condotta dal direttore del primo tg nazionale, il giornalista invertebrato G. Riotta)

«LASCI STARE I MORTI» -
Una «ignominia», una «falsità» contraddetta da carte che possono documentare tutto: così Bice e Paola Biagi, le figlie di Enzo, hanno commentato le dichiarazioni di Silvio Berlusconi, dicendosi «letteralmente indignate» «La moralità di nostro padre non si può discutere - dicono all'unisono Bice e Paola - è documentata. È stato un partigiano che ha avuto la schiena dritta dal '45, e non solo con il signor Berlusconi, e per questo ha pagato. Berlusconi deve farla finita, deve stare zitto e non strumentalizzare un morto che non può rispondere per la sua campagna elettorale». Le due figlie di Biagi, che proprio stasera festeggiano i vent'anni di due loro nipoti, («e a tutto pensiamo - dicono - tranne che a Berlusconi, grazie a Dio»), aggiungono poi di voler «seguire il consiglio del presidente Napolitano, che era amico di nostro padre, e che invita a smorzare i toni. Continueremo con la stessa discrezione che abbiamo avuto finora ma Berlusconi deve smetterla di dire falsità. Piuttosto dovrebbe istruirsi un pò e leggere per esempio "Le mie prigioni" così da capire che ad attaccare un morto si fa un danno soprattutto a se stessi». Proprio Paola in queste settimane sta curando il carteggio del padre: «quando sarà pubblico - conclude - si vedrà chi ha ragione e chi si è sempre comportato con dignità e moralità».

GIULIETTI: «PROFANA MEMORIA DI UN GRANDE» - «Il leader della destra Berlusconi ha di nuovo profanato la memoria di un grande del giornalismo libero italiano, Enzo Biagi. Fu proprio lui, da presidente del Consiglio, a Sofia, a decretarne la cacciata dalla Rai, e ora vorrebbe accreditare una versione degna del più incallito negazionista e revisionista storico». Lo afferma Giuseppe Giulietti, deputato del Pd. «No, onorevole Berlusconi! Biagi non si fece comprare l'anima e il silenzio per una manciata di soldi nè fece mai un uso criminoso della Rai, insieme a Santoro, Freccero e Luttazzi».

«VERGOGNA INAUDITA» - «Le parole di Berlusconi su Enzo Biagi sono una vergogna inaudita» per Gianni Montesano, responsabile comunicazione del Pdci. «Un'offesa alla memoria di uno dei più grandi giornalisti del nostro tempo - aggiunge - che fu estromesso dalla Rai quando il Cavaliere era il re sole della tv». «La sua volgare aggressività dovrebbe far riflettere il Pd sul conflitto di interessi e il sistema delle tv in Italia. Ma chi pensa già a inciuci bipartisan - conclude Montesano - non può certo avere queste priorità».

domenica 17 febbraio 2008

21 febbraio: Attivo provinciale Sd

Care Compagne e cari Compagni,
per giovedì prossimo 21 febbraio alle ore 18,00 - presso la città del Tempo (Lecce) - è convocato l'attivo provinciale di Sinistra Democratica.

All'ordine del giorno la campagna elettorale per le elezioni politiche del 13 e 14 aprile e la preparazione della lista e del programma. Sarà argomento di discussione anche l'organizzazione di un gruppo operativo per le incombenze della stessa campagna elettorale.

Rivolgiamo ai segretari di sezione (o loro delegati) l'invito a consegnare in quest'occasione l'elenco del tesseramento per l'anno 2007, pena l'esclusione della sezione dall'anagrafe regionale e nazionale di Sd.

Ancora, saranno disponbili le tessere per la campagna di adesione 2008. Per ritirarle sarà necessario versare la somma di € 10.00/tessera come contributo per il finanziamento della campagna elettorale.

venerdì 15 febbraio 2008

M'illumino di meno

15 febbraio 2008: Giornata del risparmio energetico

Non fate finta di dimenticarvene e spegnete tutti i dispositivi elettrici non necessari dalle 18 in poi... (non è una cattiva idea quella di spegnere anche quelli necessari per 10 minuti e cenare, magari, a lume di candela).
Conoscerete tutti i dettagli dell'iniziativa se seguite regolarmente la bella trasmissione pomeridiana di Radio2, Caterpillar. In alternativa, il materiale informativo sulla manifestazione e le spiegazioni varie sono disponibili sul sito dell'iniziativa. Ricordiamo che l'anno scorso Terna (l'ente gestore della rete di trasmissione nazionale) comunicò, nei giorni successivi all'inizativa, che in un solo pomeriggio sono stati risparmiati 300 MegaWatt, pari al consumo di 5 milioni di lampadine.

Ma soprattutto, dopo il 15 febbraio, ricordiamoci ogni giorno di quei piccoli gesti che non ci costano nulla (anzi!) e sono molto importanti, moltiplichiamoli e facciamo proselitismo: non lasciare in stand-by i nostri aggeggi elettronici, spegnere la TV la notte, staccare lo scaldabagno, non tenere aperto per mezz'ora il frigo, chiudere sempre bene il rubinetto...

Illuminiamo di meno oggi, per illuminare il futuro.

giovedì 14 febbraio 2008

Se a Sinistra vuoi votare...

QUI trovi il video della conferenza stampa di presentazione del simbolo della Sinistra arcobaleno

"La verità è che non si è venuti incontro alle grandi aspettative del Paese: i precari, l'aumento dei salari, le questioni etiche. E adesso si vuol fare dimenticare tutto questo con l'argomento vanaglorioso, presentato come una prova di coraggio inusitata, di un Veltroni che corre da solo. La vera questione non è andare o non andare da soli, ma dove andare". Lo afferma Achille Occhetto (Sd-Sa), nel corso di un'intervista a Rosso di Sera. "Ora - prosegue - per impedire quest'inganno dobbiamo mettere in campo la vera novità di queste elezioni: la riunificazione delle forze della Sinistra, attraverso un nuovo soggetto che vada oltre le antiche appartenenze. Ma per essere credibili, occorre correggere il percorso verticistico dell'ultimo mese. Non abbiamo bisogno dell'unità di apparati ma dell'unità di valori, di una costituente delle idee, non di un solo leader ma di una squadra, non di un cartello elettorale ma del nucleo forte di una nuova Sinistra".
"Accanto ai quattro partiti - aggiunge ancora - devono entrare in campo le associazioni, la società civile, le personalità politiche e culturali della Sinistra italiana. Con questo spirito noi dovremo batterci contro la destra, attraverso una chiara competizione con il Partito democratico. Dalle rovine del vecchio centrosinistra non sorgono infatti due sinistre, ma una formazione di Sinistra e un partito di centro".
"Dobbiamo chiarire - conclude Occhetto - che non è Veltroni a non voler stare con noi. Siamo noi a non volere stare con la politica dei rifiuti, con la corruzione in Calabria e in Campania, con le politiche riarmiste".
Achille Occhetto

martedì 12 febbraio 2008

L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Sulla carta...

La testimonianza di Franca, un marito ed un figlio morti nei cantieri...

Escono di casa all’alba, quando è ancora buio. Spesso nessuno li saluta più. Tornano a casa col buio, quando la famiglia è ormai presa dalla stanchezza e dall’indifferenza del tran-tran quotidiano. A volte qualcuno non fa più ritorno. E allora arriva una telefonata strana, bugiarda. Una corsa all’ospedale oppure sul luogo di lavoro del marito o del figlio e la scoperta della verità. Allora è come se un pugno ti colpisse nello stomaco, fino a farti strizzare le interiora. L’uomo della tua vita, il figlio al quale hai dato la vita sono esangui, spappolati, irriconoscibili, sotto un lenzuolo della camera mortuaria. Solo allora riesci a gridare tutta l’infelicità che ti si è stretta nello stomaco. Poi, riprende la vita grigia di tutti i giorni, macinando le sofferenze, triturando i sentimenti, distruggendo qualsiasi senso di vitalità. La solidarietà degli altri scompare dopo poco e si resta così totalmente soli, senza sicurezze, senza affetti, senza amore. Invisibili per la società, fantasmi che parlano al vento per la gente che ti sta vicino.
Franca Mulas, 46 anni, dall’assolata Nuoro è arrivata alla brumosa Bergamo molto tempo fa. Qui si è sposata, ha avuto sei figli e fino al luglio del 2001 aveva anche un marito, Gianfranco. Ora è rimasta vedova, ma anche madre privata di un figlio, Luciano, pure lui morto per lavoro. Franca è una dei volti e delle voci protagonisti del film di Daniele Segre “Morire di lavoro”.

D. Cosa succede Franca, dentro di sé, quando arriva quella telefonata?
R. “Al telefono non mi hanno detto subito quello che era successo veramente a mio figlio Luciano. Era il 28 aprile del 2000, sono andata di corsa all’ospedale e nessuno mi diceva come stavano le cose. Mi ripetevano solo che era grave, anche mio marito Gianfranco. L’ho saputo solo la sera, quando sono tornata a casa dall’ospedale. A casa c’era mio zio, frate, che mi ha colto di sorpresa facendomi le condoglianze. Sono svenuta subito, perché pensavo ancora che mio figlio fosse grave, ma che si sarebbe salvato. Dentro di me tutto il giorno mi ripetevo che mi sarei “mangiata la casa”, ma che avrei speso tutto pur di salvarlo.
E invece è morto a 22 anni, il 28 aprile del 2000, in un cantiere di Brioso vicino Milano, mentre lavorava alla costruzione di un Centro per anziani. Mio marito guidava la gru con le travi da spostare sul tetto, ma queste si sono sganciate e sono scivolate a terra da 20, 30 metri. Mio figlio era lì sotto insieme ad un altro. Mio marito gridava “spostatevi! Spostatevi!”: ma non c’è stato niente da fare. Per Gianfranco è stato un incubo. Si è sentito sempre colpevole: “doveva capitare a me non a lui”, mi ripeteva sempre.
Mio figlio aveva sempre lavorato in regola, ma quel giorno non era coperto dall’assicurazione. E’ morto il 28 aprile e il suo padrone, invece, ha pagato l’assicurazione il Primo di Maggio. Quindi, da allora ho fatto la causa. Ho vinto in prima istanza e in appello, ma finora non ho avuto nemmeno un Euro di risarcimento”.
D. Poi è successo a tuo marito. Anche in quel caso ti è arrivata la telefonata particolare?
R. “Quel giorno, il 23 luglio del 2001, mio figlio più piccolo aveva rotto il quadro con la foto di Luciano e mi aveva chiesto di andare a comperare la cornice. Quando sono tornata, ho visto una chiamata sul telefono di casa. Ho richiamato, mi hanno risposto che era l’ospedale e mi hanno detto cosa volevo. Risposi: nulla, da loro!. Ho rimesso giù ed è arrivata un’altra strana telefonata di uno zio di mio marito, molto imbarazzato, che chiedeva se Gianfranco era arrivato a casa. Eppure, anche lui sapeva che prima di quell’ora mio marito non rincasava. Mi sono insospettita e allora ho ritelefonato all’ospedale, chiedendo cosa era successo. Mi hanno detto che mio marito aveva avuto un incidente, che era grave e di andare subito. Quando sono arrivata a Varese, era già nella camera mortuaria. Gianfranco stava montando dei ponteggi con la gru. La piattaforma si è ribaltata e lui è caduto da 15 metri. Si è insaccato per terra ed è morto per le fratture, dopo un’agonia di alcune ore.
Ora vivo con la pensione di reversibilità di mio marito: 1500 euro al mese”. Continua...

di Gianni Rossi
Fonte: Articolo21.info

mercoledì 6 febbraio 2008

Riunione settimanale della Sinistra arcobaleno

IMPORTANTE!

Ieri (4 febbraio, nda), nel corso di una riunione "fiume" fra le delegazioni della Sinistra arcobaleno e del Partito democratico è stato raggiunto un accordo per l'individuazione del capolista della coalizione.

Accordo che sarà sottoposto all'attenzione e alla discussione delle rispettive assemblee, prima di sancirne l'ufficialità.

Come sapete, la riunione della Sinistra arcobaleno si tiene ogni meroledì c/o la sezione di via A. Diaz.

Vi invitiamo, quindi, a non mancare alla riunione di questa sera.

lunedì 4 febbraio 2008

Aria di rinnovamento, finalmente. Come l'ultima volta, la penultima, quella prima ancora...

Il Cavaliere rifiuta il corteggiamento di Walter Veltroni e del suo Pd. In questa legislatura non c'è più spazio per lavorare insieme ad una modifica della legge elettorale che, fra l'altro, va benissimo così com'è... Però promette: "Le condizioni per il dialogo si daranno subito dopo le elezioni".
Perché, di grazia, verrebbe da chiedersi?

E così: alle 19.09 Marini ha rimesso l'incarico nelle mani del Presidente della Repubblica "con molto rammarico - dice - per l'impossibilità di raggiungere l'obiettivo che mi era stato assegnato, cioè di trovare una maggioranza per modificare in pochi mesi la legge elettorale".

L'art. 88 della Costituzione recita: "Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura". E' probabile che il Presidente sciolga le Camere nella giornata di mercoledì.

Si vota ad aprile.

Qui trovi il programma della Casa (appena ricostruita dopo un violentissimo terremoto) delle Libertà (le loro!). Ai punti di programma riguardanti la riforma del sistema dell'informazione va aggiunto questo comma riguardante la regolamentazione dell'utilizzo delle intercettazioni.


Allo stesso link, il programma del Partito Democratico.

Cui Sd -pare- vorrebbe accodarsi. Perché nel corso dei congressi che hanno decretato lo scioglimento dei Ds abbiamo deciso di non fare la sinistra interna del nuovo partito. Ma non abbiamo detto che non saremmo stati disponibili a fargli da ancella!

Vedete, quelli del Pd sono questi qua...





Noi a loro facciamo schifo. E difatti non ci vogliono e si preparano a "correre" da soli. Loro, a noi, ancora non abbastanza...
forse?

sabato 2 febbraio 2008

Ancora dalla Repubblica delle Banane

Il Garante: "Santoro ha violato il pluralismo dell'informazione"

«Michele Santoro ha violato il pluralismo». Per questo il Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha inviato un richiamo alla Rai. Sott'accusa il programma Annozero, che non avrebbe rispettato, secondo il presidente dell'Authority Corrado Calabrò i principi di completezza e correttezza dell'informazione, di obiettività, equità, lealtà, imparzialità, pluralità dei punti di vista e osservanza del contraddittorio, in base all'atto di indirizzo della commissione di Vigilanza. Un modus operandi riscontrato secondo Calabrò soprattutto nelle puntate del 4 ottobre (sul caso Mastella-De Magistris), del 6 dicembre (sulla riforma Tv con il il ministro Gentiloni) e del 20 dicembre (sul caso Forleo-D'Alema e intercettazioni Berlusconi-Saccà). L'Authority fa capire di non essere disposta a fare sconti sulla questione: Calabrò annuncia infatti che vigilerà sul rispetto di questo stesso richiamo e in caso di ulteriori violazioni richiederà al vertice di Viale Mazzini di «attivarsi nei confronti dei dirigenti responsabili», dando corso ai provvedimenti sanzionatori previsti dalla legge. Più in generale, nel mirino dell'Autorità sono finiti i «processi mediatici». «In televisione - ha spiegato Calabrò - il processo, lo pseudo processo o la mimesi del processo non si possono fare. L'informazione deve essere equilibrata, obiettiva e deve garantire il contraddittorio senza anticipare giudizi su questioni ancora sub judice». Questo, ha detto ancora il presidente dell'Autorità, «non vuol dire porre limiti alla libertà di informazione. Ma l'informazione non può diventare gogna mediatica nè spettacolarizzazione ispirata più all'amore per l'audience che all'amore per la verità ».

Fonte: ilbastiancontrario.it



Donc. L'Autorità tace sul vero scempio mediatico di questi anni: i processi a reti unificate sul caso di Cogne, di Rignano Flaminio o di Garlasco (ma, si sa, la Franzoni e Stasi non siedono in Parlamento). Tace sullo scandalo Berlusconi-Bergamini-Saccà. Tace sul sistema di potere dell'Udc in Sicilia così come su quello dell'Udeur (e non solo) in Campania. Tace sulle menzogne, sulle storture e sulle omissioni dell'informazione della tv pubblica e privata, ma...
Ma bacchetta AnnoZero. Evidentemente non sta bene dimostrare che l'ex Presidente della Sicilia Totò Cuffaro, per sua stessa ammissione, aveva rapporti con persone che sapeva essere processate e condannate per reati di mafia. Non c'è il contradditorio. Cioè: non si fa, se non in presenza del politico medesimo.
Avvertirne uno -afferma sul manifesto di oggi Norma Rangeri- per educare tutti gli altri all'autocensura (come se ce ne fosse bisogno!)
Ma allora, pluralismo cosa significa? Che se si parla di terrorismo bisogna invitare in trasmissione Renato Curcio e Valerio Fioravanti? Se si parla di terrorismo islamico bisogna invitare ad intervenire Bin Laden? Che se si parla di Forza Italia o dell'Udc è necessario inviatare le associazioni antimafia? Se no, non vale?

venerdì 1 febbraio 2008

La corte di Giustizia UE ed il regime di assegnazione delle frequenze della Repubblica delle Banane

LUXEMBOURG - La Corte europea di giustizia ha condannato il regime italiano di assegnazione delle frequenze per le attività di trasmissione televisiva, nella sentenza sulla causa che opponeva l’emittente privata Europa7 al Ministero delle Comunicazioni. Secondo la Corte il regime di assegnazione delle frequenze non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati.

LA SENTENZA. Secondo la Corte «l'applicazione in successione dei regimi transitori strutturati dalla normativa a favore delle reti esistenti ha avuto l'effetto di impedire l'accesso al mercato degli operatori privi di radiofrequenze. Questo effetto restrittivo è stato consolidato dall'autorizzazione generale, a favore delle sole reti esistenti, ad operare sul mercato dei servizi radiotrasmessi. Tali regimi hanno avuto l'effetto di cristallizzare le strutture del mercato nazionale e di proteggere la posizione degli operatori nazionali già attivi su questo mercato». Il giudice del rinvio sottolinea che «in Italia il piano nazionale di assegnazione per le frequenze non è mai stato attuato per ragioni essenzialmente normative, che hanno consentito agli occupanti di fatto delle frequenze di continuare le loro trasmissioni nonostante i diritti dei nuovi titolari di concessioni. Le leggi succedutesi, che hanno perpetuato un regime transitorio, hanno avuto l'effetto di non liberare le frequenze destinate ad essere assegnate ai titolari di concessioni in tecnica analogica e di impedire ad altri operatori di partecipare alla sperimentazione della televisione digitale».

Per intendersi: assegnatario delle frequenze è Europa7 che non ha mai potuto trasmettere. Attuale occupante delle frequenze è la terza rete Mediaset, Rete4. Di Stefano, proprietario di Europa7 ha formulato una richiesta di risarcimento danni che va dagli 800 milioni ai 3 miliardi di euro...

Comunicato Mediaset dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell'UE: "La sentenza della corte di giustizia Ue che definisce contrario al diritto comunitario il regime italiano di assegnazione delle frequenze tv non può comportare alcuna conseguenza sull'utilizzo delle frequenze nella disponibilità delle reti Mediaset. Rete4 è pienamente legittimata all'utilizzo delle frequenza su cui opera, quindi non corre alcun richio".


Ora: facciamo che i problemi del duopolio (e della conseguente mancanza di pluralismo), della concorrenza, della libertà e qualità dell'informazione non esistano... E fingiamo pure, per un istante, che il proprietario e/o editore delle tre reti Mediaset non sia, da 15 anni a questa parte, alternativamente il Presidente del Consiglio dei Ministri o il candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e proviamo a concentrarci, solamente, sull'aspetto economico della questione. Ecco. Nel caso la richiesta di risarcimento di Di Stefano fosse accolta, chi secondo voi dovrà sborsare quegli 800 (nella migliore delle ipotesi) milioni di euro?