giovedì 27 dicembre 2007

Auguri

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domenica 23 dicembre 2007

Una nuova Sinistra, un nuovo Mezzogiorno

Venerdì 28 dicembre si terrà a Tricase un'assemblea pubblica sul tema "Una nuova Sinistra, un nuovo Mezzogiorno". Interverranno gli esponenti della segreteria cittadina de "la Sinistra", il prof. Gigi Spedicato di Rifondazione Comunista, il coordinatore prov. di Sinistra Democratica prof. Egidio Zacheo e il capogruppo al Senato di Sinistra Democratica, Cesare Salvi.
L'appuntamento è alle 18.30 presso la Biblioteca comunale.

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Inaugurazione della sezione di Alliste-Felline

Giovedì, 27 dicembre sarà inaugurata la sezione di Sinistra Democratica di Alliste-Felline. All'iniziativa parteciperanno: il senatore Cesare Salvi, la deputata Alba Sasso, il coordinatore provinciale Egidio Zacheo ed il coordinatore regionale Enzo Locaputo.
Nel corso della serata sarà scoperta una targa realizzata dall'artista Luigi Sicuro in memoria dell'On. Pio La Torre, ucciso dalla mafia il 10 aprile 1982.
L'appuntamento è alle ore 18.00 in piazza San Quintino n. 8, ad Alliste.
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mercoledì 19 dicembre 2007

Obbligatorio non morire sul lavoro

Fgci, Giovani Comunist*, Sinistra Democratica, Assopace, I Ken, Liberatorio politico, Sinistra flegrea, UDS, UDU hanno lanciato un appello per la sicurezza sui posti di lavoro. In concomitanza con una iniziativa che si terrà a Napoli davanti la sede di Confindustria

Ottocento, mille euro al mese? Quanto costa oggi in Italia la vita di un lavoratore? Abbiamo ancora negli occhi la tragedia di Torino, il dolore di sei vite spezzate. L'amarezza e la percezione della sconfitta: la sconfitta di chi ha combattuto per salvare quel minimo di sicurezza oggi possibile, di chi ha combattuto lavorando fino al crollo fisico e psichico, per andare avanti, per non perdere il lavoro, e poi alla fine ha perso, la lotta e la vita, è crollato nel modo più atroce possibile.
Davanti alla tragedia tutto il resto sembra muto: tutti i numeri, tutte le statistiche. Eppure i numeri spiegano più delle tragedie, che purtroppo nell'immaginario collettivo rischiano a volte di durare lo spazio di una commozione. Nello spazio di un dramma umano le cose perdono il loro senso, davanti ai numeri ne acquistano uno inaccetabile: 2,9 morti al giorno nel 2007 sui luoghi del lavoro, 1.328 morti all'anno di media nel triennio 2003/5, 25.034 invalidi, 1.001.482 infortuni denunciati all'INAIL, senza tener conto del lavoro nero e di quello sommerso.
I numeri spiegano che la mattanza è un fenomeno di massa, una variabile pienamente accettata all'interno del sistema produttivo: il costo delle materie prime, gli impianti, il corpo dei lavoratori, sono tutti costi che vanno ridotti al minimo, gestiti con logiche analoghe, come negli anni ruggenti della prima rivoluzione industriale. Migliaia di lavoratrici e lavoratori morti come semplice effetto collaterale di un sistema di produzione che vede il lavoro come il fattore meglio comprimibile: precarizzabile, affittabile, delocalizzabile, appaltabile e subappaltabile.
Non si tratta di escogitare nuovi strumenti tecnici per evitare qualche disgrazia: si tratta di ripensare al ruolo del lavoro, di credere, nuovamente o finalmente, nella superiorità dell'uomo sul profitto.
Noi crediamo che ritmi di lavoro insostenibili, il massiccio ricorso agli straordinari, la mancanza di preparazione specifica sul tema della sicurezza dei lavoratori adibiti alle mansioni più pericolose, l'insufficienza delle strutture di controllo mal finanziate, purtroppo in alcuni casi non esenti da un certo ambiguo permissivismo, siano tra le cause efficienti di una tragedia che non possiamo non affrontare. La sinistra politica e sociale si sta muovendo nelle istituzioni e nei luoghi del lavoro perché questi nodi più problematici vengano immediatamente affrontati.
Noi, per quello che ci riguarda, lanciamo una sfida culturale e politica, quella di mobilitare la città su questo dramma, di costruire un'opinione che vada al di là della commozione. Proveremo a rappresentare la tragedia, a rappresentarla in mezzo alla gente, davanti alla sede napoletana di Confindustria, perché crediamo che i singoli imprenditori, per le condizioni specifiche degli impianti delle loro aziende, e l'associazione di categoria tutta, per le politiche di cui si fa promotrice, siano i responsabili principali di quest'insostenibile situazione.
Proveremo a rappresentare con i nostri corpi la sconfitta di chi dal lavoro cercava gli strumenti per vivere e ha trovato quelli per morire.

Aderiscono: Fgci, Giovani Comunist*, Sinistra Democratica, Assopace, I Ken, Liberatorio politico, Sinistra flegrea, UDS, UDU.

martedì 18 dicembre 2007

Unioni civili: il PD non è autonomo

Il Consiglio comunale di Roma respinge le delibere per l'istituzione del Registro delle unioni di fatto grazie ad una maggioranza anomala e trasversale, che va dal Pd ad An, passando per Forza Italia e, soprattutto, prona ai poteri forti della città: quelli vaticani
43 voti contro e 12 a favore: con questa votazione il Consiglio Comunale di Roma ha respinto le delibere, una di iniziativa consigliare e una popolare che ha raccolto le firme di oltre 10.000 romani, per l'istituzione del Registro delle unioni di fatto. Una maggioranza anomala, dal Pd ad An passando per Forza Italia. Una maggioranza prona ai poteri forti di questa città, quelli vaticani, che nei giorni precedenti avevano in maniera netta detto no anche a un ordine del giorno del Pd.
In questi mesi, in queste settimane Sinistra Democratica è stata protagonista di un continuo tentativo di mediazione tra le varie anime del centro sinistra romano per trovare una soluzione.
Abbiamo lavorato a emendamenti che accogliessero le soluzioni proposte dal Vice Sindaco Garavaglia, abbiamo proposto ordini del giorno che segnalassero al Parlamento la volontà della città di Roma di ottenere una legge sulle unioni di fatto, abbiamo smussato, tolto le virgole le frasi più indigeste a questo e a quello.
Nulla da fare. Tutto si è andato ad infrangere sul muro veltroniano degli impegni assunti dal Sindaco, nonché Segretario Nazionale del Pd, con Bertone e Ruini.
Roma non è una città qualunque. E non perché sia la città di Benedetto XVI, come ha detto la senatrice Binetti. Roma è la capitale d'Italia, stato libero e laico. Il punto è tutto qui: il Partito Democratico non vuole a Roma il registro delle unioni civili e non vuole che il nostro Paese si doti di una legge europea, che garantisca giusti diritti a donne e uomini, alle coppie e ai loro figli.
L'ordine impartito dal Vaticano al Sindaco - leader non ammetteva margini di autonomia, tanto meno ragionamenti nel merito, seppure scevri da venature ideologiche.
Roma, infatti, ha un Sindaco eletto da oltre il 65% dei romani, che ha fatto dell'inclusione sociale e civile uno dei suoi simboli per l'azione di governo. In verità, è da tempo che assistiamo ad una involuzione nella cultura politica del Sindaco.
Il modello Roma è ormai piegato verso una remissività concreta e fattiva con i vari imprenditori romani (Caltagirone, Todi, etc etc) e una totale passività di fronte alle gerarchie d'oltretevere: il Pd romano, sottomesso a Bettini e Veltroni, è democristianizzato in tutti i sensi.
Nella sua cultura politica, questo emblema è rappresentato dall'elezione a Segretario Romano dell'ex popolare Riccardo Milana, e dalla offensiva che tutti gli ex margherita (con in testa l'Assessore D'Ubaldo e il Consigliere Piva) sui temi etici e valoriali.
Di più: Veltroni, nella sua ossessione di vincere a mani basse, ha caricato nella sua carovana tanti ex di Forza Italia, ex democristiani, liste moderate e ultra moderate, a tal punto che il Consiglio Comunale di Roma vede oggi una maggioranza di centro sinistra spesso aggirata da una maggioranza trasversale, moderata e clericale, che determina, blocca, modifica a suo piacimento provvedimenti importanti per la città.
E' il crepuscolo del modello Roma, si incrina il rapporto tra Veltroni e una parte della città quella laica e di sinistra. Penso che quando si arriva a rifiutare anche i contenuti del proprio programma, si sia di fronte ad una modificazione oggettiva della propria collocazione politica.
Ora la Sinistra romana deve riflettere: rivalutare e rimodellare il proprio impegno e la propria collocazione nel quadro della maggioranza capitolina, valutandone nelle scelte concrete la sua esistenza. Dall'altra non eludere il senso di questa dura -nei numeri- sconfitta.
Ripartire dai conflitti sociali, dalle disuguaglianze civili, ricostruire il tessuto connettivo di un rapporto profondo con la città e con i romani e muovere da qui per una nuova stagione politica. Che non potrà non essere all'insegna della sua unità, pena la sua scomparsa, o la sua residualità.
In questi mesi a Roma abbiamo costruito, sulle cose concrete, in Campidoglio come nella città, una unità d'azione leale e trasparente che ora non deve essere dispersa, ma anzi proposta nella sintesi di una lista unitaria della Sinistra e dell'Arcobaleno alla Provincia di Roma.

*Coordinatore Sd Roma Presidente Gruppo
**Capogruppo Sd Provincia di Roma Sinistra Democratica
al Comune di Roma

lunedì 17 dicembre 2007

Assemblea Regionale di Sinistra Democratica

L'Assemblea Regionale di Sinistra Democratica si terrà a Bari mercoledì 19 dicembre alle ore 17.00, presso l'Hotel Excelsior. Si tratta per la nostra organizzazione di un appuntamento importante, pensato per riportare a livello territoriale la discussione svolta a Roma, durante gli Stati Generali della Sinistra. E' attraverso momenti assembleari come questo che dobbiamo e vogliamo lanciare il segnale del nostro impegno lungo la strada della costruzione di un nuovo soggetto della Sinistra e degli Ecologisti: un soggetto unitario, plurale, federativo.
Il soggetto della sinistra e degli ecologisti dovrà crescere, anche nella nostra regione, attraverso un processo popolare, democratico e partecipato, aperto alle adesioni collettive e singole, per radicarsi in tutti i territori e ad ogni livello.
Ecco perché vi invito a promuovere e a stimolare la massima partecipazione possibile all'Assemblea Regionale del 19 dicembre.
Enzo Locaputo, Coordinatore reg.le SD

domenica 16 dicembre 2007

Una nuova "Cerano" a poche miglia dalla costa di Otranto

Nascerà una nuova Cerano, a 40 chilometri circa dalle coste otrantine. Sarà in Albania, in base ad un protocollo firmato una settimana fa da Romano Prodi, Sali Berisha e l’a.d. Enel, Scaroni. Una nuova centrale a carbone da 1300 megawatt (più o meno la metà della centrale di Brindisi) troverà sede a Valona, ad una manciata di chilometri dal Salento. Così la tramontana ci porterà i veleni di Cerano, il levante quelli dell’Albania: non solo quelli della nuova centrale, visto che sulla costa del paese delle aquile nasceranno anche un rigassificatore, una centrale a petrolio con annesso bacino e perfino, pare, una centrale nucleare.
Sulla nuova Cerano Enel si difende. «Quella è una scelta del governo albanese» dicono dalla compagnia elettrica. E se l’assessore regionale all’ecologia Michele Losappio cade dalle nuvole, la compagnia elettrica nazionale ricorda che l’Albania è in cronico deficit energetico e che il problema va risolto. Ma non potrebbe, il paese delle Aquile, essere la culla dell'energia da fonti rinnovabili? Ed ancora, come mai Prodi sottoscrive un accordo con Berisha in netta contratendenza rispetto alle linee programmatiche del suo Ministro per l'Ambiente Pecoraro Scanio?
Fonte: TRnews

Per riavere indietro il futuro...

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Vite precarie:
manifestazione dei giovani di Sinistra
Ancora una volta, 4 ragazzi, 4 operai morti in una tragedia sul lavoro. I 4 della ThyssenKroup si aggiungono ad altre migliaia di uomini e donne, vittime di una battaglia dura e difficile, quella nel luogo di lavoro. Sono quasi mille le lavoratrici ed i lavoratori che dal 1 gennaio ad oggi sono morti perché le imprese non hanno rispettato le norme di sicurezza, perché gli ispettori hanno deciso colpevolmente di chiudere un occhio, perché uomini e donne sono stati ricattati perché precari o in nero e costretti a lavorare in condizioni di pericolo.
Ognuno che viene ucciso, è una parte dei diritti di tutti e tutte noi che se ne vanno. La democrazia, quando anche la vita è a rischio, nel silenzio di una solitudine, non esiste più. Un grido di dolore, di indignazione, di solidarietà deve farsi lotta collettiva. Possiamo farlo, vogliamo dire basta.
Sappiamo riconoscere le responsabilità, gli operai di Torino le hanno denunciate, noi vogliamo farlo con loro.
La prima quelle di molte imprese che in questo paese rincorrono il profitto ad ogni costo, anche al costo della vita dei propri lavoratori, che continuano a chiedere risorse ad ogni finanziaria, che non spendono per garantire sicurezza e fare prevenzione, che sfruttano lavoratori e lavoratrici. Si apre un baratro se la ThyssenKroup può permettersi di chiedere, dopo una tragedia così, che l’industria riapra, che gli operai tornino in fabbrica, che i profitti continuino a crescere. ‘Portafoglio pieno e senza cuore’, ha ragione il padre di Bruno Santino. Ogni imprenditore nella cui impresa si verifica un incidente sul lavoro per negligenza nella garanzia delle norme di sicurezza, è per noi il responsabile morale e penale della morti bianche. Omicidi dunque che hanno dei mandanti e degli assassini, lo Stato italiano non può non perseguirli. Continua...

Aderenti: UDS, UDU Roma/Bari/Napoli/Lecce/Siena, StudentSx, Resistenza Studentesca, FGCI, Giovani Comunisti, Giovani Verdi, Giovani Sinistra Democratica, Action, Associazione Movimenti, Riva Sinistra, Leoncavallo, Liberatorio Politico, Comitato Anticamorra Napoli, Coordinamento Studentesco Bari, Collettivo Destabillizate/i Bari, Collettivo Lettere e Filosofia Bari, Rete Studenti Salerno, Accademia di Belle Arti Occupata di Roma, Ass. 8minuti

Artisti: Ascanio Celestini, Daniele Silvestri, Uderico Pesce, Radici nel Cemento, Andrea Rivera, Acustimantico

Achille Occhetto aderisce a Sinistra Democratica

Il video della conferenza stampa con F. Mussi e A. Occhetto

domenica 9 dicembre 2007

Nasce la Sinistra e l'Arcobaleno: la dichiarazione d'intenti

Questi sono i nostri principi: uguaglianza, giustizia, libertà; pace, dialogo di civilità; valore del lavoro e del sapere; centralità dell'ambiente; laicità dello Stato; critica dei modelli patriarcali maschilisti

Noi, donne e uomini che abbiamo partecipato all'Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, siamo impegnati nella costruzione di un nuovo soggetto della sinistra e degli ecologisti: unitario, plurale, federativo. L'Italia moderna, nata dalla Costituzione repubblicana, democratica e antifascista, ha bisogno di una sinistra politica rinnovata. Il mondo chiama a nuove culture critiche, che conservano la memoria del passato e tengono lo sguardo rivolto al futuro.

Questi sono i nostri principi: uguaglianza, giustizia, libertà; pace, dialogo di civilità; valore del lavoro e del sapere; centralità dell'ambiente; laicità dello Stato; critica dei modelli patriarcali maschilisti.

Il soggetto della sinistra e degli ecologisti oggi parte. Crescerà attraveso un processo popolare, democratico e partecipato, aperto alle adesioni collettive e singole, per radicarsi nella storia del Paese. L'ambizione è quella di costituire non una forza minoritaria, ma una forza grande ad autonoma, capace di competere per l'egemonia, influente nella vita della società e dello Stato, che pesi nella realtà politico-sociale del centrosinistra. Un soggetto capace di contrastare le derive populiste e plebiscitarie, figlie di una politica debole e della separazione tra potere e cittadini. Un protagonista in Italia, interno ai movimenti, collegato ai gruppi e ai partiti più importanti della sinistra e dell'ambientalismo in Europa.

La Snistra/l'Arcobaleno che vogliamo è del lavoro e dell'ambiente. La globalizzazione liberista si è retta su una doppia svalorizzazione: del lavoro umano e delle risorse naturali. La riduzione a merce provoca la doppia rottura degli equilibri sociali e degli equilibri ambientali. Intollerabile crescita delle diseguaglianze e insostenibili cambiamenti climatici hanno una comune origine e portano alla stessa risposta: un altro mondo è possibile.

Mettere in valore l'ambiente e il lavoro (in tutte le sue forme, da quelle oggi più ripetitive alle più creative) è il cuore di un pensiero nuovo, che non rinuncia a coltivare in questo mondo la speranza umana. In Occidente, ciò comporta innanzitutto alzare la qualità del lavoro, combattere il precariato, modificare gli stili di vita, contrastare la discriminaizone verso le donne. Comporta la difesa e il rinnovamento dello Stato sociale, e la progettazione di una riforma più grande di quella che portò allo Stato sociale: una società non consumista, un'economia non dissipativa ed ecologica, una tecnologia più evoluta. Un nuovo inventario dei beni comuni dell'umanità: acqua, cibo, salute, conoscenza. La conoscenza deve crescere ed essere distribuita: impossibile, senza la libertà della cultura, dell'informazione, della scienza e della ricerca, e senza la lotta conseguente contro le regressioni tribali, etniche, nazionaliste, fondamentaliste. Il dialogo tra culture e civiltà diverse, aperto a nuove scritture universalistiche dei diritti sociali e dei principi di libertà, è tanto più essenziale nell'epoca delle grandi migrazioni, del web e della comunicazione globale.

La Sinistra/l'Arcobaleno che vogliamo è della pace. Lo spirito della guerra minaccia l'umanità. Ecco di nuovo la corsa al riarmo: cresce vertiginosamente la spesa per armamenti convenzionali, chimici, batteriologici, nucleari. Saltano le firme sui Trattati di riduzione e controllo degli armamenti. L'Europa è uno degli epicentri della corsa. Ora, è il momento di fermarla. La pace, che ha visto scendere in campo il più grande movimento di massa del dopoguerra, particolarmente in occasione della guerra irachena, è la carta vincente. La pace è possibile in un mondo multipolare. I fatti hanno già dimostrato che il mondo non è governabile da un unico centro di comando. Anche per questo c'è bisogno di un'Europa più forte ed autonoma.

La Sinistra/l'Arcobaleno che vogliamo è delle libertà individuali e collettive. Le libertà possono crescere solo in uno Stato laico. Per questo la laicità dello Stato è un bene non negoziabile. Uno Stato laico riconosce le forme di vita e le scelte sessuali di tutte e di tutti. Si regge sul rispetto di tutti i sistemi di idee, di tutte le concezioni religiose, di tutte le visioni del mondo. Combatte l'omofobia e il maschilismo. Assume dal femminismo la critica delle strutture patriarcali e il principio della democrazia di genere. Crea le condizioni sociali ed istituzionali per rendere effettivi i diritti e le scelte libere di tutte e di tutti.

La Sinsitra/l'Arcobaleno che vogliamo guarda ad una nuova stagione della democrazia italiana. Pronta ad assumersi, oggi e in futuro, responsabilità di governo, od esercitare la sua funzione dall'opposizione. I temi all'ordine del giorno sembrano "autorità, governabilità, decisione", non si vede che quelli veri sono l'autorevolezza e la legittimazione, una nuova capacità di rappresentanza politica, in un rapporto dialettico con l'autonomia della rappresentanza sociale, a partire dai grandi sindacati di categoria e confederali.

La Sinistra/l'Arcobaleno contribuirà a rinnovare il sistema politico e le forme della partecipazione democratica, contrasterà l'antico trasformismo. Se c'è declino italiano, esso dipende dal corporativismo, dal dilagare del privilegio e dell'ineguaglianza; dalla debole innovazione, dalla perdita di coesione, dalla diffusa illegalità; dalla perdita della capacità di indignarsi verso quello stato di violenza assoluta che si chiama mafia, 'ndrangheta, camorra; dall'oblio della questione morale. Riformare la democrazia e la politica vuol dire nutrire di valori un progetto di società.

Noi, partecipanti all'Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, ci rivolgiamo alle forze politiche, ai gruppi organizzati, ai movimenti, al popolo della sinsitra, a tutte le singole persone che vogliono partecipare attivamente alla costruzione del nuovo soggetto federativo. In una discussione aperta e libera sulle idee, gli obiettivi, i programmi, le forme di organizzazione e di rappresentanza.

Venite, diventate parte di un progetto che può cambiare profondamente la situazione italiana e influenzare la politica europea.

Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti
Roma, 8/9 dicembre 2007

Luttazzi sospeso. Di nuovo.

Nel caso a qualcuno fossero sfuggiti i passaggi della notizia sui vari tg nazionali (...?), riportiamo il testo dell'articolo di Articolo 21 sulla sospensione del programma satirico di Daniele Luttazzi, Decameron, andato in onda per cinque settimane su La7.

E' stata sospesa la messa in onda del "Decameron" di Daniele Luttazzi per decisione della Direzione di La7 che si riserva anche di "considerare la questione sotto il profilo legale". Lo stop allo show è stato deciso perché, in trasmissione "Luttazzi ha gravemente insultato e offeso Giuliano Ferrara, che con la stessa La7 collabora da anni come coconduttore di 'Otto e mezzo'", si legge in una nota dell'emittente. Nella puntata di sabato scorso, in replica giovedì, il 'passaggio' incriminato: "Dopo 4 anni guerra in Iraq, 3.900 soldati americani morti, 85.000 civili iracheni ammazzati e tutti gli italiani morti sul campo anche per colpa di Berlusconi, Berlusconi ha avuto il coraggio di dire che lui in fondo era contrario alla guerra in Iraq...
Come si fa a sopportare una cosa del genere? Io ho un mio sistema -aveva detto Luttazzi- penso a Giuliano Ferrara immerso in una vasca da bagno con Berlusconi e Dell'Utri che gli p... addosso, Previti che gli c... in bocca e la Santanché in completo sadomaso che li frusta tutti. Va già meglio no?". Quanto basta perché l'emittente comunichi che "La direzione de La7 ha deciso di sospendere la messa in onda dello spettacolo di satira 'Decameron', di cui è protagonista Daniele Luttazzi. Con Daniele Luttazzi è stato stipulato un contratto che garantiva la sua più totale libertà creativa, come dimostrato dalle puntate fin qui andate in onda. Di questa libertà era necessario fare un uso responsabile, cosa che non è avvenuta. Infatti nella puntata di sabato scorso, replicata giovedì, Daniele Luttazzi ha gravemente insultato e offeso Giuliano Ferrara, che con la stessa La7 collabora da anni come coconduttore di 8 e mezzo".
"Le espressioni usate sono palesemente in contrasto con la satira, e si configurano come una provocazione alla dignita' e all'onore personale di un nostro collaboratore. La7 -conclude la nota- si riserva anche di considerare la questione sotto il profilo legale per i possibili danni di immagine, trattandosi di una emittente fondata sul binomio inscindibile di libertà e responsabilità verso le persone così come verso il pubblico".
'La direzione di La7 ha sospeso la programmazione del settimanale Decameron condotto da Daniele Luttazzi. Con un incomprensibile e arrogante atto censorio il vicedirettore Pina Debbi ha deciso di non inserire nell'edizione notturna del tg dell'8 dicembre la notizia'. Lo denuncia il Comitato di redazione della testata de La7.
'Un fatto gravissimo che ostacola il dovere di completa e libera informazione del telegiornale di La7 -continua la rappresentanza sindacale- danneggia l'immagine di imparzialità e professionalità della redazione e alimenta sospetti sui reali motivi della sospensione del programma. Puntuale infatti la sospensione di Decameron arriva dopo la replica (!) di giovedì 6 dicembre, della puntata andata in onda sabato 1 con punte di 2 milioni e 700 mila telespettatori. Sull'episodio chiediamo un immediato chiarimento al direttore', conclude il cdr.
"Non condividiamo la sospensione del programma di Daniele Luttazzi da parte La7 come non abbiamo mai mandato giù la scelta di sopprimere qualsiasi format televisivo di satira o di informazione. Anche se non si condividono le battute pronunciate dal comico -afferma il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti- è sempre opportuno come metodo che una trasmissione sia sempre messa in onda e che sia poi eventualmente sottoposta ad una critica e a un dissenso anche feroci".

Visita: www.danieleluttazzi.it

Fonte: Articolo 21

sabato 8 dicembre 2007

L'Assemblea della Sinistra e degli Ecologisti in diretta tv

L'Assemblea, per il giorno di domenica 9, sarà in diretta su Eco Tv e sul web per chi non potrà essere a Roma. Canale 906 Sky - satellite: hot bird 6 trasponder: 125 - polarizzazione: orizzontale frequenza: 11013 - symbol rate: 27500 fec: 3/4 - streaming sulle pagine del sito.

Qui di seguito potrete seguire la diretta.

Chiusa la prima giornata dell'Assemblea

E' stata un successo, "una grande festa arcobaleno", per dirla con le parole del leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, la prima giornata dell'assemblea della sinistra degli ecologisti convocata dal Prc, Pdci, Verdi e Sinistra democratica per dare vita a una confederazione unitaria della sinistra. Gli organizzatori parlano di oltre 6mila persone ai forum tematici e per l'assemblea plenaria di domani hanno già preparato l'amplificazione esterna al Padiglione 1 della Nuova Fiera di Roma, dove i segretari dei quattro partiti concluderanno la kermesse.

Ma le ombre sull'Arcobaleno non mancano: a partire dalla diserzione di Pietro Ingrao, protagonista del caso del giorno per le dichiarazioni pubblicate sulla Stampa molto critiche sull'obiettivo a suo giudizio limitato della federazione.

L'atmosfera alla Fiera di Roma è un po' quella dei socialforum: i militanti si dividono nelle diverse assemblee tematiche, ma in molti, negli interventi dal podio, prefigurano, magari solo con una battuta an passant, un "partito" che potrebbe tenere tutti sotto la stessa bandiera.

I leader spandono ottimismo, commentando con i giornalisti l'iniziativa: per Oliviero Diliberto del Pdci, la Sinistra Arcobaleno ha "la prospettiva di durare a lungo", per Franco Giordano del Prc quella che nasce "non è solo una federazione dei quattro partiti, perché sarebbe ben poca cosa". E Fabio Mussi, coordinatore di Sinistra democratica, risponde a Ingrao che "questo è solo un primo passo nella direzione giusta".

Ma le divisioni restano: e in serata, mentre i partecipanti all'assemblea sfollano lentamente, Oliviero Diliberto riunisce i suoi militanti del Pdci in quella che appare come una sorta di 'riunione di componente' del nascente soggetto unitario.

I punti di vista sulle prospettive politiche della Sinistra Arcobaleno sono ancora piuttosto distanti: se da un lato Paolo Ferrero di Rifondazione chiede di dare "risposte a questa gente", e propone "da subito un tesseramento unitario alla confederazione, per chi non viene dai partiti", il leader del Pdci Diliberto frena. "Siccome non se ne è mai parlato, sarà oggetto di future discussioni". Alla riunione separata dei militanti del Pdci, Diliberto ammonisce: "Guai a noi se l'unità non si farà per colpa nostra. Ma per farla dobbiamo rafforzare il partito, fare più tessere, perché sarà quella forza che useremo per contare nella federazione".

Atteso protagonista della giornata di domani, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, considerato da molti un potenziale leader del futuro soggetto unitario: "Vedo qui - commenta con i giornalisti - non un raduno della paura ma una costituente di un fatto politico molto segnato dall'attesa. Troppe cose di sinistra davano il senso del rito funebre, questo sembra piuttosto un rito battesimale". E forse non è un caso che tra i forum più affollati ci sia quello 'autogestito' da una serie di realtà associative e di movimento, che spingono per andare oltre i partiti per rafforzare, come dice lo storico Paul Ginsborg, parafrasando Francesco Saverio Borrelli, "Unità, unità, unità".

Molto soddisfatto anche il Verde Paolo Cento, che parla di "un processo irreversibile che guarda al futuro", e indica il prossimo passo: "Ora dobbiamo pensare alle regole, a come ogni forza rinuncia a una quota di sovranità per cederla alla federazione".

A fine giornata, dopo aver masticato amaro per il colloquio di Pietro Ingrao con la stampa, da Rifondazione filtra un filo di ottimismo il direttore di Liberazione Piero Sansonetti fa sapere che domani sul quotidiano del Prc ci sarà un'intervista all'anziano leader comunista, nella quale "la bocciatura degli stati generali non c'è".

Fonte: Canisciolti.info

mercoledì 5 dicembre 2007

La "Generazione X" agli Stati generali

Documento | La crisi della politica riguarda più di altri le giovani generazioni, ormai incapaci di credere che la politica possa determinare significativi mutamenti nelle loro condizioni di vita e di lavoro. Al centro di questo processo vi è quella che chiamiamo "privatizzazione della politica" ad opera dei gruppi dirigenti di troppe forze politiche, tendenzialmente bianchi, anziani, maschi. L'assemblea della Sinistra dell'8 e 9 dicembre possa rappresentare una straordinaria occasione per l'inversione di questa tendenza.
Siamo ragazzi e ragazze di quella che è stata chiamata "Generazione X", cresciuta con la "crisi della politica", il crollo delle ideologie, il pensiero unico e la fine della storia. Nei movimenti globali, ecologisti e pacifisti di inizio millennio abbiamo ritrovato una nostra mutevole identità ed in questi anni non ci siamo rassegnati a delegare ad altri la nostra passione ed iniziativa politica.
Siamo una generazione che vive oggi sulla propria pelle la crisi verticale del nesso lavoro cittadinanza costruita attraverso il paradigma della precarietà come condizione legata non solo alla
dimensione professionale e del contratto di lavoro, ma come dimensione esistenziale generale, e che riguarda la casa come l'istruzione, la mobilità come l'accesso a saperi e cultura, la libertà di scegliere liberamente sulla tua vita, di seguire i tuoi orientamenti sessuali, come la promessa di un avvenire di guerra, cambiamenti climatici ed instabilità globale.

La precarietà diviene allora il furto più terribile che si possa fare ad un giovane: il furto della possibilità di immaginare, costruire, organizzare il tuo futuro fuori dal ricatto costante del profitto e del comando. E' una condizione che può essere rappresentata, narrata solo da chi la vive sulla propria pelle e - come tale - spesso invisibile alla sfera della politica e dei diritti sindacali. E' una condizione che pone alla politica domande nuove, che vivono dentro una società profondamente mutata: diritto alla continuità di reddito ed alla formazione permanente garantita e retribuita, accesso a saperi, conoscenze e cultura, al credito, il diritto all'abitare, a vivere in una società non prigioniera delle mafie e della criminalità organizzata...

Domande e temi nuovi che devono avere piena cittadinanza nell'assemblea di sabato e domenica attraverso la partecipazione delle giovani generazioni, un tema a cui, ci pare, non si è data adeguata attenzione. Ci chiediamo, insomma, come si possa immaginare una sinistra nuova senza mettere al centro i soggetti che più inverano le condizioni materiali di vita di una società rinnovata, giovani, donne e migranti in primis.
Non si può fare a meno di credere, ci pare, che una politica di trasformazione e cambiamento abbia bisogno oggi di farsi percorso di liberazione in primo luogo per tutti questi soggetti.
E' per questo che la crisi della politica riguarda più di altri le giovani generazioni, ormai incapaci di credere che la politica possa determinare significativi mutamenti nelle loro condizioni di vita e di
lavoro. Al centro di questo processo vi è - tra l'altro - quella che chiamiamo "privatizzazione della politica" ad opera dei gruppi dirigenti di troppe forze politiche, tendenzialmente bianchi, anziani, maschi.

La società italiana è oggi tra le più gerontocratiche del pianeta: esclude, perimetra, mortifica nell'università come nella ricerca, nell'impresa come nel pubblico impiego. Questo fenomeno è tanto più grave se avviene, come in realtà è, nel campo della politica perché la condanna all'incomprensione di una parte non marginale della realtà e ne mina la già snervata rappresentanza. La precarietà delle giovani generazioni infatti rappresenta oggi una vera e propria emergenza sociale di cui di cui molti nel mondo della politica si riempiono quotidianamente la bocca senza conoscerne la condizione materiale e senza avere la capacità di prospettare e realizzare soluzioni concrete (la recente vicenda del welfare né è l'ennesima conferma).
Le manifestazioni che negli ultimi due mesi hanno invaso le strade e le piazze del nostro paese - il 20 ottobre contro la precarietà, il 17 novembre a Genova, il 24 novembre la straordinaria manifestazione delle donne contro la violenza maschile, lo scorso sabato i tantissimi/e in marcia per la difesa dei beni comuni - hanno invece disegnato la realtà di un paese attraversato da una radicale domanda di partecipazione, da soggetti sociali - i giovani e le donne in particolare - che chiedono una presa di parola cui la politica ufficiale non riesce a rispondere. Continua...

Giovani Comunist*, Federazione giovanile Comunst* Italian*, Giovani Verdi, Giovani di Sinistra Democratica

Fonte: Aprileonline


martedì 4 dicembre 2007

Un processo costituente per la Sinistra. Se non accadrà ora, non accadrà più...

Sono la persona meno adatta a parlare di "unità delle sinistre". Non sono riuscito a smaltire del tutto la delusione provata in seguito al fallimento della "Camera di consultazione della Sinistra", la quale, avviata da una grande discussione fra l'estate del 2004, e partita con un'entusiasmante Assemblea il 15 gennaio 2005 alla Fiera di Roma (auguri), aveva posto più o meno (ma forse con una maggiore apertura culturale) gli stessi problemi di oggi. Due anni persi, compagni. La delusione fu accresciuta dalla constatazione che le attività della Camera s'interruppero non per contrasti maturati all'interno (il lavoro andava benissimo), ma per una decisione freddamente presa all'esterno, in una sede politica, e per un calcolo meramente elettorale (andare da soli al voto, senza impacci di sorta): quando proprio nel voto, e poi nella successiva, difficilissima attività parlamentare, la già conseguita unità delle sinistre sarebbe stata preziosa; e per noi ci sarebbe stata un'altra storia. Doppio errore, compagni.
Altri errori sono stati commessi nella fase post-elettorale, anche più gravi di questo. Ma lasciamo stare. La questione, dicevo, oggi si ripresenta, con maggior urgenza e, - pare a me, - un po' più di disperazione di prima. Bene. Volete un'opinione? L'unità delle "sinistre radicali" (in qualche modo dobbiamo chiamarle, se non sappiamo di cosa stiamo parlando) è da considerarsi positiva in qualsiasi forma, anche in quella fortemente ambigua e contraddittoria della "sinistra unita e plurale" (formula che, in buona sostanza, significa "sinistra unita e divisa"). Positiva, ripeto, in qualsiasi forma: anche in quella dell'invito a cena o di un semplice cappuccino preso insieme a colazione. Se però si fa sul serio e non per ischerzo, cercherò d'entrare un po' più nel merito; e dirò quali siano secondo me le condizioni in base alle quali si possa passare dal giro di walzer, - un piacevole ma poco stabile e duraturo - ad una più stabile unione. Il discorso sarebbe ovviamente molto lungo. Ma io lo ridurrò qui a quattro punti, schematicamente riassunti (del che chiedo venia in partenza).
Nessuno si è seriamente chiesto finora come dovrebbe essere una formazione della sinistra radicale europea all'inizio del terzo Millennio, e quale di conseguenza (o, meglio, come premessa) la sua cultura. Basilare secondo me che essa sia, - e che la sua cultura sia - rosso-verde. Senza la sintesi di questi due colori, nessuna unità e nessuna radicalità: ossia, nessuna autentica novità nel campo delle forze politiche europee più o meno ancorate alla tradizione (oppure spencolate avventurosamente verso il prossimo futuro come il nostrano Pd, il quale potrebbe rivelarsi il contenitore destinato a produrre, se non duramente condizionato e corretto alla sua sinistra, veri e propri mostri). Continua...
Alberto Asor Rosa
Fonte: Liberazione

lunedì 3 dicembre 2007

Quello che la Sinistra è oggi non basta più per la vittoria

"So bene che quando si è in ritirata è difficile suscitare entusiasmi. Ma c'è modo e modo di affrontare una ritirata. Lo si può fare riunendo le forze e chiamando in soccorso alleati e amici. Forse verranno, forse non verranno, ma vale la pena di andare in quella direzione perché si calcola che la probabilità di incrociarli sarà maggiore. Oppure lo si può fare limitandosi a raggruppare le proprie forze, già provate, sperando nella fortuna, che difficilmente verrà.
Peggio di tutto è se le truppe, sia quelle rimaste, sia quelle ancora lontane, forse amiche, vedono generali rissosi che danno ordini contradditori, e colonnelli verbosi che manco sanno dove si trovano e, addirittura, alcuni tra di loro, sono convinti di essere all'offensiva.
Ecco, questo ritrattino "bellico" mi pare raffiguri abbastanza bene il modo in cui ci si appresta agli "stati generali" della "cosa rossa".
Sembra si stia facendo di tutto per trasformarla in un disastro e mi chiedo se sia ancora possibile correggerla. Una mediazione faticosa tra vertici di partito che ancora pensano - e si sbagliano - di avere doveri (e soprattutto possibilità) di avanguardia da svolgere, convoca un incontro che rischia di essere tutto interno alle loro fila. La stessa composizione dei panel di discussione, non parliamo della sfilata dei "segretari", è un elenco burocratico di temi senza un filo conduttore. Si dovrebbe presentare al paese una visione alta, di alternativa di sistema, e invece appare una lista della spesa, dalla quale è perfino difficile enucleare le grandi questioni mondiali che ci troviamo di fronte.
Sbalorditivo che, mentre è sotto gli occhi di tutti il disastro immane del sistema della comunicazione e dell'informazione (un disastro che è il nostro e non dell'avversario; un disastro dove la nostra egemonia culturale è stata liquidata in questi ultimi vent'anni, e sostituita dalla loro) non c'è un luogo previsto dove si possa discutere il "che fare" della sinistra. Per esempio una televisione libera come strumento di battaglia.
Scrivo con il condizionale, perché in realtà, a meno di una settimana dall'evento ancora non si sa nemmeno come è stato costituito, come si svolgerà." Continua...
di Giulietto Chiesa
Fonte: Liberazione

domenica 2 dicembre 2007

Verso l'Assemblea...

Consigli e riflessioni sull'unità a Sinistra
di Alfiero Grandi

L’unità a sinistra si farà, ne sono convinto. La necessità di arrivare a uno sbocco in tal senso è una esigenza che tutti noi sentiamo e viviamo con forza. Non posiamo, però, nasconderci che abbiamo di fronte anche alcuni problemi, che dobbiamo affrontare facendo tutto il possibile per risolverli positivamente, senza cedere alla tentazione di sottovalutarli. Il processo unitario è indispensabile ed è urgente, altrimenti la sinistra si candida al ricoprire un ruolo marginale, quello cioè dei sette nani, mentre, come sappiamo, nella favola, il protagonista principale era un altro.
Accanto a una esigenza che si potrebbe definire, senza esagerare, epocale, tuttavia, vanno indicate, con chiarezza, perfino crudamente, le difficoltà da affrontare per la creazione di un unico soggetto a sinistra.
Se tutto fosse ovvio e scontato ci saremmo già arrivati e, invece, assistiamo a continui episodi che non aiutano e che, in ogni caso, sarebbe un errore sottovalutare. Il primo problema, mi sembra sia l’ansia di caratterizzazione e di visibilità ad ogni costo e, in questa direzione, purtroppo, indicativamente può essere letto il voto finale sul Welfare.
Discutere a fondo è fondamentale, le diversità non sono certo un problema, al contrario, ma i comportamenti finali debbono essere univoci, altrimenti il rischio concreto è che qualcosa si possa rompere.
Anche non fare drammi è ragionevole, ma non deve e non può succedere a ogni appuntamento futuro, qualora si ripresentasse una diversificazione. Poiché la prima sfida che abbiamo davanti sarà come registrare scelte e passo della maggioranza e del Governo, sicuramente un passaggio cruciale, occorre, già a partire dall’Assemblea della Sinistra e degli Ecologisti dell’8 e il 9 dicembre a Roma, chiarire che federarsi vuol dire che, su alcune materie decisive come Welfare, Governo, ecc., è la federazione a decidere e non i singoli soggetti federandi. Continua...

Acqua bene comune!

Ripubblicizzare l’acqua, difendere i Beni Comuni.
40.000 persone in piazza a Roma ieri 1 dicembre per la manifestazione nazionale: Ripubblicizzare l’acqua, difendere i Beni Comuni. Ore 14:30: Piazza repubblica gremita di colori e striscioni provenienti da ogni angolo della penisola. Un fiume umano ha percorso la cittá al grido di "ridateci i beni comuni".
Canti ed entusiasmo per la lotta comune che ha unito la battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua alle vertenze locali che stanno caratterizzando la storia del nostro Paese degli ultimi anni. No alla privatizzazione dei beni comuni, NO all’acqua come merce in balia delle S.p.A, NO tav, NO coke, NO Dal Molin, Rete nazionale rifiuti zero, Action e i comitati lotta per la casa, No alle guerre di tutto il mondo, NO alle armi e ai finanziamenti bellici che ogni anno aumentano a spese dei beni primari e tanti altri. Continua sul Sito italiano dei movimenti per l'acqua

Il dialogo possibile

Confalonieri "La Gentiloni pistola contro Berlusconi"

Noi dovremmo dialogare con queste persone?

E su che cosa, di grazia?

Di giustizia?

Come chiedere a Riina cosa pensa del 41 bis.

Di plularismo televisivo, del conflitto di interessi?
Come chiedere a Ratzinger un giudizio sull'illuminismo.