venerdì 1 febbraio 2008

La corte di Giustizia UE ed il regime di assegnazione delle frequenze della Repubblica delle Banane

LUXEMBOURG - La Corte europea di giustizia ha condannato il regime italiano di assegnazione delle frequenze per le attività di trasmissione televisiva, nella sentenza sulla causa che opponeva l’emittente privata Europa7 al Ministero delle Comunicazioni. Secondo la Corte il regime di assegnazione delle frequenze non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati.

LA SENTENZA. Secondo la Corte «l'applicazione in successione dei regimi transitori strutturati dalla normativa a favore delle reti esistenti ha avuto l'effetto di impedire l'accesso al mercato degli operatori privi di radiofrequenze. Questo effetto restrittivo è stato consolidato dall'autorizzazione generale, a favore delle sole reti esistenti, ad operare sul mercato dei servizi radiotrasmessi. Tali regimi hanno avuto l'effetto di cristallizzare le strutture del mercato nazionale e di proteggere la posizione degli operatori nazionali già attivi su questo mercato». Il giudice del rinvio sottolinea che «in Italia il piano nazionale di assegnazione per le frequenze non è mai stato attuato per ragioni essenzialmente normative, che hanno consentito agli occupanti di fatto delle frequenze di continuare le loro trasmissioni nonostante i diritti dei nuovi titolari di concessioni. Le leggi succedutesi, che hanno perpetuato un regime transitorio, hanno avuto l'effetto di non liberare le frequenze destinate ad essere assegnate ai titolari di concessioni in tecnica analogica e di impedire ad altri operatori di partecipare alla sperimentazione della televisione digitale».

Per intendersi: assegnatario delle frequenze è Europa7 che non ha mai potuto trasmettere. Attuale occupante delle frequenze è la terza rete Mediaset, Rete4. Di Stefano, proprietario di Europa7 ha formulato una richiesta di risarcimento danni che va dagli 800 milioni ai 3 miliardi di euro...

Comunicato Mediaset dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell'UE: "La sentenza della corte di giustizia Ue che definisce contrario al diritto comunitario il regime italiano di assegnazione delle frequenze tv non può comportare alcuna conseguenza sull'utilizzo delle frequenze nella disponibilità delle reti Mediaset. Rete4 è pienamente legittimata all'utilizzo delle frequenza su cui opera, quindi non corre alcun richio".


Ora: facciamo che i problemi del duopolio (e della conseguente mancanza di pluralismo), della concorrenza, della libertà e qualità dell'informazione non esistano... E fingiamo pure, per un istante, che il proprietario e/o editore delle tre reti Mediaset non sia, da 15 anni a questa parte, alternativamente il Presidente del Consiglio dei Ministri o il candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e proviamo a concentrarci, solamente, sull'aspetto economico della questione. Ecco. Nel caso la richiesta di risarcimento di Di Stefano fosse accolta, chi secondo voi dovrà sborsare quegli 800 (nella migliore delle ipotesi) milioni di euro?

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