giovedì 15 novembre 2007

Perché torniamo a Genova

Torniamo a Genova. Torniamo, sabato prossimo ancora una volta per chiedere giustizia e prima ancora per la verità che è la premessa indispensabile della giustizia. Perché su Genova sono troppe indigeribili le bugie, le menzogne, le reticenze. Lo facciamo per il Paese, lo facciamo per le tante, troppe vittime della repressione, lo facciamo per Carlo. Ci hanno raccontato bugie, lo hanno fatto sulle violenze di strada che hanno visto si, assolutamente minoritari gruppi di persone che hanno bruciato automobili, rotto vetrine. Ma sono stati lasciati liberi e indisturbati nel loro aberrante “lavoro”. Le violenze di strada commesse da rappresentanti inadeguati delle forze dell’ordine non sono state accertate e perseguite. Per questo ci vuole una Commissione parlamentare di inchiesta che è necessaria per accertare responsabilità politiche e della catena di comando. Non c’è infatti nessuna aula di tribunale che possa indagare queste responsabilità. Per fortuna in questo paese la responsabilità penale è personale, ma quella politica non è tale. Eppure in quei giorni, nei luoghi nei quali si dirigeva l’ordine pubblico (meglio sarebbe dire il disordine pubblico) c’erano autorevoli rappresentanti della destra di governo e in particolare l’allora vice-presidente del Consiglio Gianfranco Fini. Chiedere giustizia vuol dire esprimere sorpresa e indignazione perché da una parte si chiedono 225 anni per 25 manifestanti molti dei quali responsabili di concorso e compartecipazione psichica, reati in sé difficilmente credibili, soprattutto quando il concorso viene accertato, com’è per molti di quegli imputati, per essere presenti a 30 o 40 metri dal luogo in cui un’altra persona incendia un automobile o rompe una vetrina. Dall’altra parte per reati gravi che riguardano ferite, percosse, violenze ingiustificate, quelle appunto esercitate da appartenenti alle forze dell’ordine, non vengono individuate. Non solo là dove lo sono state, la Diaz e Bolzaneto ad esempio, si andrà sicuramente alla prescrizione. E così anche la “macelleria messicana” e le torture passeranno impunite. A Genova ci saremo per solidarizzare con quei manifestanti sui quali pende una possibile condanna incredibile e inutilmente persecutoria. La giustizia è altra cosa. Ci saremo anche per loro con tutta la serenità necessaria a garantire questa solidarietà. Giuliano Giuliani

Lettera di adesione dei Senatori di SD alla manifestazione di Genova del 17 novembre.

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