Nell'aula di Strasburgo è stata votata oggi la «coda» europea delle vicende che hanno seguito il drammatico assassinio a Roma di Giovanna Reggiani il 30 ottobre scorso. Il Parlamento europeo ha approvato con 306 sì, 86 no e 37 astenuti la risoluzione comune di Pse, Liberaldemocratici, Verdi e Sinistra europea sulla libera circolazione delle persone nellaUe, contenente la critica al vicepresidente della commissione Ue Franco Frattini per alcune sue dichiarazioni alla stampa. Il paragrafo riguardante Frattini è stato approvato con 290 sì, 220 no e 21 astenuti. Prima del voto Antonio Tajani (Fi) ha chiesto al presidente del Parlamento europeo Hans Gert Poettering di giudicare irricevibile il paragrafo riguardante il commissario Ue.
SCONTRO IN AULA - Il voto è arrivato dopo una giornata di scontro al Parlamento europeo sulle dichiarazioni che Frattini ha rilasciato al quotidiano «Il Messaggero», a seguito dell'assassinio di Giovanna Reggiani, l'adozione del decreto espulsioni da parte del governo e l'aggressione squadristica di alcuni cittadini rumeni a Roma.
LE PAROLE DI FRATTINI - Nell'intervista pubblicata il 2 novembre Frattini sottolineava che per rispondere al problema sicurezza quello che «si deve fare è semplice: si va in un campo nomadi a Roma, ad esempio sulla Cristoforo Colombo, e a chi sta lì si chiede "tu di che vivi?". Se quello risponde "non lo so", lo si prende e lo si rimanda in Romania. Così funziona la direttiva europea. Semplice e senza scampo». Oggi Strasburgo ha deciso che le affermazioni rilasciate alla stampa da Frattini «sono contrarie allo spirito della direttiva» Ue sulla libera circolazione dei cittadini. Contrari il Partito popolare europeo (Ppe) e l'Unione per l'Europa delle Nazioni (Uen), che avevano presentato un progetto alternativo di risoluzione che puntava il dito contro il governo Prodi e il sindaco di Roma, Walter Veltroni. Nel testo si criticava indirettamente Veltroni, definendo «favelas» da paese in via di sviluppo i campi rom alla periferia della capitale. Critiche anche al governo Prodi, accusato insieme a esponenti della maggioranza, di avere contribuito ad «aumentare la tensione già esistente» fra la comunità rom e quella italiana. A dividere le due mozioni c'è anche l'impostazione di fondo. Quella del centrosinistra, ad esempio, sottolinea che la direttiva, all'articolo 27, stabilisce che gli Stati «non possono limitare la libertà di circolazione, che per motivi di ordine pubblico, sicurezza o salute pubblica e che queste e ragioni non possono essere invocate per motivi economici». La mozione del centrodestra insiste sull'articolo 7 che stabilisce le condizioni per il diritto di residenza per più di tre mesi.
Fonte: Corriere della Sera
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