mercoledì 1 ottobre 2008

Vicenza. La Consultazione si farà

In Piazza ieri sera a Vicenza c'erano davvero tantissime persone. Una manifestazione spontanea, convocata con il passaparola tra chi non vuole gli venga tolto il diritto di parola. Erano lì a domandarsi come far sentire la propria voce, come fare a dire più forte di quanto non abbiano fatto in questi mesi che una nuova base americana nel centro della citta proprio non la vogliano. A risponder loro è stato il sindaco. Si proprio lui, quello del centro sinistra eletto la scorsa primavera contro tutti i pronostici, quello che il referendum consultivo l'ha indetto. Proprio il sindaco Variale ha detto "Il referendum si farà. Se non ci faranno votare nelle scuole voteremo fuori dalle scuole. 53 erano i seggi previsti e 53 saranno i seggi, 3 scrutatori a seggio erano previsti e tre saranno. Il nostro - ha proseguito il sindaco - non è un atto di sfida ma un atto di democrazia"

Nel pomeriggio di ieri, appena ricevuta la notizia dell'ordinanza del Consiglio di Stato era stato il Coordinatore di Sd a dire: “Non può essere Berlusconi ne il Consiglio di Stato a sottrarre ad una città il diritto di parola sul proprio destino”.

Già, perché proprio ieri il Consiglio di stato, a pochi giorni dal voto, ha emesso una ordinanza che sospende il referendum consultivo sulla destinazione dell’area Dal Molin,voluta dal Consiglio Comunale di Vicenza. Quando la notizia è arrivata nella città veneta diversi sono stati i sentimenti che hanno attraversato gli uomini e le donne che in questi mesi hanno condotto la battaglia contro l’insediamento della nuove base americana. Sconforto, incredulità, rassegnazione. Poi, quasi subito, anche la voglia di reagire, di non sottostare ad un pronunciamento che ancora una volta vuol togliere ai diretti interessati anche il diritto di parola. Ma la parola i cittadini e le cittadine di Vicenza non vogliono farsela togliere.
Già ieri sera alle 20.30 si sono dati appuntamento in Piazza Signori, insieme alla Giunta comunale, per dire tutta la propria indignazione contro una ordinanza incomprensibile, quasi provocatoria, uno sfregio alla città. Una manifestazione grandissima, oltre 10mila persone, come davvero se ne sono viste poche in qulla citta. In tanti e tante per dire che la parola che vogliono togliergli i vicentini se la vogliono prendere. Non vogliono farsi scippare il diritto di dire la propria, di sceglier il proprio futuro. E a loro, dicevamo a risposto il sindaco.

Anche la Direzione Nazionale di Sinistra Democratica giudica “assai grave” il pronunciamento della Corte di Stato che “Accogliendo il ricorso presentato da esponenti di Forza Italia ,dà ragione a chi cerca di impedire in tutti i modi il pronunciamento dei vicentini.
Un primo ricorso al Consiglio di Stato, poi la lettera intimidatoria di Berlusconi al Sindaco,infine questo secondo ricorso: tutto perché la destra ha paura della democrazia e sa che verrebbe smentita su una scelta compiuta nella mancanza assoluta di trasparenza e con dubbia legalità”. E quindi, la Direzione di Sd “da sempre convinta della necessità di un pronunciamento democratico dei cittadini e delle cittadine di Vicenza,auspica che non si rinunci a dar voce alla città e che la consultazione di domenica 5 Ottobre - nelle forme e nei modi decisi dai cittadini e dai loro Comitati - si possa comunque svolgere”.

Di più, ancora Fava ha affermato: Domenica prossima il referendum sulla nuova base militare Usa dovrà comunque svolgersi, nelle forme che quella comunità vorrà dare: Sinistra Democratica sosterrà con ogni mezzo il diritto dei vicentini a non tacere.

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