mercoledì 22 ottobre 2008

Berlusconi: la polizia nelle Università

Berlusconi: la polizia contro le occupazioni negli atenei [Corriere]
«Avanti col decreto Gelmini. Da sinistra solo bugie e allarmismi: nessuno perderà il posto».
E sulle proteste degli studenti annuncia: «Non permetteremo violenze, convocherò Maroni»



Cortei non autorizzati, binari occupati, scontri con la polizia. Feriti e contusi. Insulti, slogan e sputi. Da un capo all'altro dell'Italia. Ma non le avevamo già viste queste scene? Non è, per caso, il remake di qualche film dell'orrore d'infimo ordine?

Lo slogan, che poi è una sorta di invito alla armi, suona più o così: «Noi il Sessantotto ce lo siamo perso, dicono che erano bei tempi e quindi lo rivogliamo».

la nuova nostalgia del casino intesa come il Sessantotto della contestazione è finalizzata solo ed esclusivamente a far casino: sfasciare, picchettare, contestare. E occupare, scritto con o senza la kappa, poco importa. Quindi «il che cosa ci siamo persi» si traduce nei nuovi sogni eroici di un'accozzaglia di prof e studenti assatanati contro la signora Gelmini che hanno in testa una sola idea perversa: sovvertire l'ordine. A qualunque costo. [Il giornale]

I prof: «Scioperate o vi bocciamo» [Il giornale]

È un futuro in bianco e nero, come un vecchio film. Molti di questi ragazzi non hanno neppure vent’anni. Sono nati quando il muro cadeva, con i violini che suonavano a Berlino, e qualcuno pensava che la storia stava arrivando al capolinea. No, era solo il Novecento che frenava, dopo un secolo di corsa, con un grande, liberatorio, scossone. Nessuno, di questi studenti infagottati nei cortei, ha mai visto il cielo degli anni ’70. Quel poco che sanno è roba di quarta mano, digerita in fretta sui banchi di scuola, in qualche spezzone tv, come un mito riscaldato, una minestra ideologica senza più una briciola di realtà, di senso, fuori tempo. È spesso la nostalgia dei loro insegnanti, che non hanno mai accettato di invecchiare davvero. Questa «settimana calda», con i cori anti Gelmini, ha il sapore di un remake e come tutte le copie è ancora più triste dell’originale. Guardi i volti di chi sfila sotto il nome di collettivo studentesco e ti chiedi da quale passato sono spuntati fuori, da quale corridoio spazio-temporale sono arrivati, parcheggiati in ritardo su questa terra. Non erano caduti con il Muro anche i collettivi studenteschi? E invece sono qui, con slogan logori, picchetti, tamburi, megafoni e sampietrini, con il cadavere di Che Guevara sulle bandiere. Qualcuno ha rubato la fantasia e questi sono i risultati. Guardare queste immagini ti fa sentire prigioniero di una palude, di un passato che non passa, di quella mucillagine evocata da De Rita nel rapporto Censis.

Cosa c’è di nuovo in questa storia? Poco. Tranne una manciata di tattiche da guerriglia. Il corteo, a Milano e Bologna, si dirige verso i binari. Bloccare i treni, puntare al caos, immobilizzare il Paese. E questo arriva dal vandalismo nichilista degli ultrà, dagli affari sporchi delle mobilitazione anti discarica, da Pianura e da Chiaiano, dal disfattismo ideologico dei tanti no global, no Tav, no tutto. È il sentimento nostalgico, reazionario, di chi sogna di cristallizzare il mondo. [Il giornale]

__________________________________

Questo si legge sui giornali italiani. Fra gli articoli dedicati all'omicidio di Perugia, alle dichiarazioni del governatore Draghi (la recessione colpirà le famiglie), ai soliti morti sul lavoro ...
Sia agita lo spettro della violenza degli anni '70, si criminalizza chi protesta, si lanciano i soliti spot alla platea senza contradditorio (come si fa a ripetere che non ci sono tagli, che il tempo pieno rimane ... !!?).
Il solito caos: tanto se l'informazione passa solo attraverso le televisioni, e le televisioni sono comandate da Palazzo Chigi, e chi guarda i telegiornali (come unica fonte di informazione) sono in maggioranza persone anziane, cui non interessa nulla di scuola e università, non ci sono problemi.

Va tutto bene.
Guai a chi protesta, a chi critica, a chi sciopera.
Perchè occupare stazioni (come a Milano), fare cortei che occupano piazze e strade è reato. Disturba il quieto vivere della nostra sonnolenta democrazia e lo stuolo di editorialisti sconcertati da questa violenza. Reato come è reato evadere il fisco, corrompere giudici, comprare sentenze, far parte di logge coperte con finalità eversive...

Nessun commento: