lunedì 27 ottobre 2008

Famiglia Crist... Hm. Bolscevica

Dopo il pesante editoriale della settimana scorsa, in cui Famiglia Crist... - scusate, bolscevica - attaccava la mozione della Lega sulle "classi differenziate" di criptorazzismo, anche nel numero in edicola questa settimana il settimanale cattolico diretto da Don Antonio Sciortino torna ad attaccare il governo sulla riforma della scuola. Di seguito la notizia riportata da Rainews24:

«Il senso di responsabilità richiede la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini. Famiglia Cristiana, nel numero in edicola questa settimana, interviene nuovamente sulla scuola: "Non chiamiamo riforma un semplice taglio di spesa" è il titolo dell'editoriale d'apertura del giornale. "Nel mirino c'è una legge approvata di corsa, in piena estate. La dicitura è roboante: 'Riforma della scuola'; più prosaicamente 'contenimento della spesa', a colpi di decreti, senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti. Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste, s'abbozza una farsa di dialogo. Il bene della scuola (ma anche del Paese) richiede la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini. Per senso di responsabilità" scrive il settimanale.

E continua: "Un Paese che guarda al futuro investe nella scuola e nella formazione, razionalizzando la spesa, eliminando sprechi, privilegi e 'baroni'e', nonché le 'allegre e disinvolte gestioni". Ma i tagli annunciati sono pesanti: all'università arriveranno 467 milioni di euro in meno. Nei prossimi cinque anni il Fondo di finanziamento si ridurrà del 10 per cento. Solo il 20 per cento dei professori che andranno in pensione verrà sostituito. Come dire: 'porte chiuse all'università per le nuove generazioni'.

La conclusione è amarissima: "Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perché non per la scuola? Si richiedono sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e senatori restano intatti. Quando una Finanziaria s'approva in nove minuti e mezzo; quando, furtivamente, si infilano emendamenti rilevanti tra le pieghe di decreti legge, il Parlamento si squalifica". E il futuro appare fosco: "Ci siamo appena distratti, che già un'altra norma 'razziale' impone ai medici di denunciare alla polizia gli immigrati clandestini che bussano al pronto soccorso"».

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