
“Mancano idee e coraggio a sinistra di Paperino”
Andrò alla manifestazione del 20 (ieri, ndr) e invito a partecipare tutti quelli che la pensano come me, e dintorni. Ci vado per tanti motivi, il primo dei quali è la mia solidarietà con i lavoratori metalmeccanici. E la necessità di rimettere il lavoro al centro dell’attenzione non solo della sinistra ma dell’intera, io credo maggioritaria, opinione pubblica democratica del paese.
Ci andrò, il 20, a maggior ragione dopo il Vaffanculo Day. Perché penso che, se la giusta spallata che Beppe Grillo ha dato alla classe politica italiana dovesse «finire male» (come molti commentatori e membri dell’oligarchia, che non aspettano altro, si affannano a profetizzare) la responsabilità primaria sarebbe della parte della classe politica che ancora non è interamente soggiogata alle esigenze dei poteri forti.
Parlo della sinistra che io chiamo istituzionale (in polemica con il termine «radicale» che le è stato ingiustamente affibbiato) e che si colloca, almeno spiritualmente, «a sinistra di Paperino» (non so chi abbia inventato questa espressione, ma la trovo azzeccata), cioè del Partito democratico. E’ ad essa che spetta di dare risposte, visto che gran parte dei seguaci di Grillo sono – come risulta dai sondaggi, ai quali credo – di sinistra, mentre un’altra parte, non meno grande, è fatta di gente (giovane) che non è di sinistra perché non l’ha mai incontrata in vita sua, non la conosce e l’accomuna al resto della classe politica nel suo disprezzo.
Andrò alla manifestazione del 20 perché penso che sia nell’interesse del paese. Perché un governo che continua a mettere al centro della sua azione essenzialmente la crescita del prodotto interno lordo non è in grado di fare fronte ai tremendi compiti che si delineano sul vicino orizzonte. Tra questi, prioritaria, è la questione del clima e quella, ad essa correlata, dell’energia.
Abbiamo di fronte una manciata di anni per affrontare (non dico risolvere) questioni che riguardano la vita dei nostri figli e siamo soffocati da un’ignoranza generalizzata. Nessuno (anche nei media, nella tv pubblica) sembra preoccupato del fatto che lo stesso, ahimé realistico, obiettivo (europeo) di contenere la crescita della temperatura del pianeta entro i 2 gradi centigradi significherà comunque catastrofi immense e grande dolore umano. Chi pensa che riguarderà soltanto i poveri del pianeta, si sbaglia: anche noi ne saremo investiti, e, in massa, siamo impreparati.
Una classe politica (e io direi anche imprenditoriale) così stupida non merita di essere trattata meglio di quanto abbia fatto Beppe Grillo, ma una risposta energica e meditata deve seguire la spallata. Vogliamo lasciare a Grillo l’onere di formularla? Mi aspettavo e mi aspetto dai partiti della «cosa rossa» qualche cosa di più degli attuali balbettii. Al Parlamento europeo ho voluto dare forza a Sinistra democratica, aderendo alla sua frazione europea come indipendente. Ma da Roma non è arrivata nessuna idea fino ad ora. Non vedo ampiezza di vedute, respiro; non vedo segnali che abbiano capito, a sinistra di Paperino, che bisogna rinnovare forme organizzative e metodi di analisi della società.
Non stupisce in verità, perché anche loro hanno «perduto il contatto» con la gente. Altrimenti non avrebbero perduto mesi a discutere con Angius e Boselli. E, quando ho proposto di costruire una Fondazione, di creare una vera «maniglia» di massa, per studiare insieme, partiti e movimenti, dove sta andando il pianeta, per trovare insieme le risposte, tutto si è fermato.
Il 20 significa dare una spallata anche a questo impressionante immobilismo, che è un sintomo anch’esso del fatto che non solo la classe politica oligarchica non ha in testa null’altro che la deriva neoliberista, ma anche che a sinistra di Paperino mancano idee e coraggio. E che, se continua così, Paperino potrà svolgere il compito che i poteri forti gli hanno assegnato, cioè di farla finita con la democrazia liberale e con la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza.
Andrò il 20 alla manifestazione perché voglio gridare forte contro la guerra che sta per cominciare contro l’Iran, e contro la base di Vicenza, e contro le spese militari in aumento, e contro la follia suicida delle oligarchie belliche americana e europea.
Andrò alla manifestazione del 20 ottobre anche perché penso che, se c‘è una via per salvare la sinistra, la democrazia, il paese, è quella di costringere il sistema mediatico a dire la verità sullo stato del mondo. Dico costringere sapendo quello che dico. Neanche il migliore dei governi potrà infatti prendere, negli anni a venire, le decisioni dolorose che s’imporranno (di nuovo sul clima, sull’acqua, sull’energia, sulla vita organizzata delle nostre città) senza un minimo di consenso. E milioni di cittadini ignari del pericolo non potranno darglielo, educati come sono a essere consumatori compulsivi. Se la televisione non glielo spiegherà, con tutta la crudezza necessaria, non potranno né sapere, né capire. E allora, sinistra istituzionale, come puoi pensare di fare fronte, e di non essere travolta tu stessa, senza porre sul tappeto la questione di una informazione e comunicazione democratica? Dovresti saperlo, sinistra istituzionale, che Paperino andrà oltre la lottizzazione, privatizzerà anche la tv pubblica, ci elargirà una finta informazione buonista e bugiarda come quella di Gianni Riotta e di Clemente Mimun, di Bruno Vespa e della coorte dei pennivendoli che ne hanno seguito l’esempio.
Andrò in piazza il 20 perché abbiamo poco tempo.
2 commenti:
Certo è così. E' stato un errore non aderire. Io per esempio ero presente alla manifestazione del 20 ottobre. Sì ero a Roma e sono partito con uno dei tanti pullman che Rifondzione Comunista e ComunistiItaliani hanno messo a disposizione per Lecce e provincia. Sì perchè anch'io come i compagni di RF e CI sento la necessità del VERO cambiamento: se la non presenza della Sinistra Democratica (alla quale io appartengo: sono della SD di Giuggianello) è dipesa dal fatto di non far cadere il governo Prodi, beh non sarei proprio d'acordo, anche perchè non era contro il governo, ma anzi a favore di una modifica del protocolo sul Welfare che poco o niente fa contro la precarietà! E poi quel mastella ha rotto proprio i cogli... : come fa uno con l'1% in Italia e quel che non mi va con 3 soli parlamentari (3 senatori e nessun deputato) a essere così incisivo in politica? Ma facciamolo fuori! Con una bella legge elettorale! E noi UNIAMOCI ai compagni di RF e CI: cerchiamo di creare una sinistra all'avanguardia e forte!
Pienamente d'accordo con te, Compagno. Convintamente ho sottoscritto l'appello e partecipato alla manifestazione che, personalmente, ho trovato straordinaria per partecipazione, entusiasmo, correttezza dei toni e bontà delle richieste. Ma anche per l'età media dei manifestanti che fa ben sperare per il futuro della Sinistra. All'inizio ho scrupolosamente tenuto la nostra bandiera piegata nello zaino, ma poi l'ho aperta ed esibita senza che nessuno, neppure per scherzare, abbia avuto niente da dire. L'unità della Sinistra, alla base, credo esista già. I Compagni della Sinistra l'avvertono perché le cose che ci accomunano sono molte più di quelle che ci distinguono e, in questo preciso momento storico, si tratta semplicemente di riconoscere di avere una responsabilità in comune: quella di non permettere la liquefazione della Sinistra in Italia. Il problema è riuscire a far arrivare il messaggio a chi muove le leve e crede di dover affrontare la questione come una macchinosa contrattazione fra partiti anziché come ad una rifondazione della Sinistra su basi nuove, veramente democratiche, aprendosi alla partecipazione diretta e al coinvolgimento stabile dei militanti. Devo ammetterlo, ho realizzato solo seguendo il corteo, ascoltando Compagni e Compagne, cantando i nostri inni, i nostri slogan e le nostre canzoni che la scelta del nostro movimento di non aderire ufficialmente alla manifestazione era stata un errore. E' stato un errore perché molti compagni di SD, comunque, erano lì ma, purtroppo, quasi anonimamente, Ed è stato un errore perché, in questa fase, non siamo in grado di giocare il solo ruolo di pungolo come ci proponiamo. Il governo è paralizzato e come giustamente affermi poco sta facendo per realizzare quella palingenesi che proponevamo in campagna elettorale. Né per quanto riguarda le politiche del lavoro, né per la giustizia. Non per il riconoscimento di nuovi diritti sociali. Non per risolvere il conflitto d'interesessi e neppure per sciogliere il nodo delle concentrazioni editoriali. Su quest'ultimo punto, addirittura, non s'intende intaccare, sostanzialmente e disattendendo ancora una volta le sentenze della Corte cost., la posizione dominante del gruppo Fininvest ma, sbadatamente, si scrive un provvedimento che imporrebbe la registrazione ai blog. Siamo al delirio!
Purtroppo, magari non solo per i numeri risicati della nostra maggioranza in Parlamento, qui si tratta di celebrare il funerale di questo governo (facendo tornare sulla poltrona di primo ministro il Cavaliere) o cercare, quanto meno, di far capire ai nostri che noi non ci stiamo, ma che, purtroppo, si tratta di evitare l' "ancora peggio". Lo dico francamanete, io sono per la seconda, ma mai più, con la sola volontà di andare a prendere una seggiola in Consiglio dei Ministri, ci s'invischi in questo tipo di allenze. "Pensa prima cu nu chiangi poi" dicono i nostri saggi anziani.
Finita la manifestazione e scemato un po' l'entusiasmo, pensavo: alla fine, sarà solo un'altra, l'ennesima illusione. Cosa pensiamo di risovere con questa manifestazione? Alla fine non cambierà nulla e, sempre ammesso che si riesca ad andare avanti, non saranno le nostre, di posizioni, che finiranno per essere accolte. Ma poi mi son detto che, a volte, forse servono anche le illusioni!
Posta un commento