martedì 9 ottobre 2007

G8. Non fu caccia all'uomo (?)

Al G8 di Genova del 2001 non ci fu caccia all'uomo. A sostenerlo è il pm Andrea Canciani nella requisitoria del processo per le violenze di strada, avvenute durante il summit nel capoluogo ligure di sei anni fa. «Non è vero che ci sia stata una caccia all'uomo da parte delle forze dell'ordine su manifestanti inermi, perchè il corteo di Via Tolemaide (quello cioè delle Tute Bianche, ndr) non era composto da pacifisti», ha detto Canciani. Imputati al processo sono 25 no global accusati di devastazione e saccheggio. «Mi chiedo - ha aggiunto il pm - cosa facevano i vari parlamentari, deputati, onorevoli presenti al corteo e i rappresentanti del gruppo di contatto tra le forze dell'ordine e i manifestanti. Eppure erano chiare a tutti le immagini di quella guerriglia». Secondo il pm non è accettabile infatti la tesi della difesa che la crisi dell'ordine pubblico e i disordini del pomeriggio del 20 luglio sfociati nell'uccisione di Carlo Giuliani siano stati causati dalla carica dei carabinieri sul corteo delle Tute Bianche. Per Canciani «si è trattato di persone che hanno scelto deliberatamente di contrapporsi alle forze dell'ordine, non si stavano difendendo né erano in pericolo di vita».
RESPONSABILITA' - Nel contestare la tesi della difesa in base alla quale i responsabili dell'ordine pubblico sono comunque i vertici delle forze dell'ordine («la responsabilità operativa è del funzionario che si trova in piazza. È lui che deve prendere le decisioni») il pm ha anche sottolineato di non voler giustificare il comportamento tenuto dalle forze dell'ordine durante i disordini di via Tolemaide, spiegando, «però» che «un conto è manganellare un passante inerme, un altro è lo sfondamento degli scudi. L'intervento di un contingente sui cortei - ha aggiunto - non può isolare le persone e scegliere tra violenti e non violenti».
LACRIMOGENI - «Se i lacrimogeni usati dalle forze dell'ordine siano o meno gli stessi usati in precedenza, se i manganelli siano diversi da quelli d'ordinanza, sono punti interessanti per una commissione parlamentare - ha proseguito Canciani - ma non per questo Tribunale che deve porsi il problema della causalità, del nesso causa-effetto, tra l'uso di questi oggetti e i fatti di cui si discute. Cos'altro avrebbero dovuto usare le forze dell'ordine in quella situazione se non i lacrimogeni? Avrebbero forse dovuto lasciare il campo ai manifestanti e andarsene?».
DIAZ - Novità anche sul fronte del processo per l'irruzione della polizia nella scuola Diaz. L'avvocato Maurizio Mascia, difensore di Spartaco Mortola e Nando Dominici, due dei poliziotti imputati ha depositato martedì mattina nella cancelleria del tribunale la rinuncia all'incarico. Secondo indiscrezioni la decisione sarebbe maturata per la tensione venutasi a creare tra l'avv. Mascia e il pm Enrico Zucca, uno dei due magistrati titolari dell' inchiesta. Il processo subirà quindi un arresto perchè i nuovi difensori dei due imputati chiederanno «i termini a difesa» per potersi studiare gli atti processuali. Nei giorni scorsi l'avvocato Mascia aveva rivelato di aver depositato dieci mesi fa in procura un esposto, rimasto lettera morta, nel quale chiedeva immediati accertamenti «circa una gravissima iniziativa a creare una pressione e un condizionamento nei confronti di un difensore impegnato nel processo».
Fonte: Corsera

Qui trovi il post del 10 settembre, nel quale si è cercato di riassumere la ricostruzione degli avvenimenti del G8 operata da Carlo Lucarelli e dallo staff di Blu Notte grazie a documenti video e testimonianze sulle giornate di quei giorni del luglio 2001.



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