
Una pagina che racconta l’infernale calvario di centinaia di giovani inermi picchiati, insultati, umiliati, costretti ad inginocchiarsi nell’urina dei cessi, fatti abbaiare come cani, rapati e sottoposti ad ogni genere di sevizia fisica e morale da parte di aguzzini che vestivano una divisa e avrebbero dovuto essere al servizio di uno Stato democratico.
La sentenza arrivata dopo 11 ore di camera di consiglio ha accolto solo in minima parte le richieste dell’accusa, condannando solamente 15 dei 45 imputati a 24 anni di carcere contro gli oltre 76 chiesti dai magistrati Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati, senza oltretutto contestare il reato di tortura da momento che non esiste nel nostro ordinamento giuridico in spregio perfino alla convenzione ONU in materia di diritti dell’uomo. Grazie alla prescrizione e all’indulto nessuno dei condannati naturalmente andrà in galera e “l’incidente” si chiuderà con un risarcimento economico di circa 70.000 euro ad ognuna delle 209 vittime accertate.
L’esito del processo, per molti versi scontato, non stupisce più di tanto in un Paese come l’Italia dove chi si trova dalla “parte giusta” gode da sempre della libertà di delinquere, a partire dalle più alte cariche dello Stato la cui immunità risulta perfino garantita per legge.
Giovedì prossimo sono attese le richieste di condanna dei pm al processo per la sanguinosa irruzione della polizia nella scuola Diaz, definita un’operazione di “macelleria messicana” perfino dall’allora vicequestore Fournier, ma con tutta probabilità anche quella triste vicenda, facente parte della stessa pagina buia andrà incontro ad un epilogo non molto differente da quello di Bolzaneto e ci ritroveremo a scrivere un nuovo capitolo di vergogna, destinato a scolorare nel tempo ammonticchiato sopra a tutti gli altri.
Canisciolti.info
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