
Da bambino emigrò con la famiglia nella regione mineraria delle Cévennes, in Francia, dove lavorò per alcuni anni.
Nel 1935 aderì al Partito Comunista d'Italia e dopo aver ascoltato un discorso di Dolores Ibàrrui decise di partire volontario per combattere nella guerra civile di Spagna arruolandosi nella Brigata Garibaldi.
Dopo aver combattuto diverse battaglie ed essere stato ferito tre volte, rientrò in Italia ma fu subito arrestato e incarcerato sull'isola di Ventotene. Liberato nell'agosto del 1943, si unì alle prime formazioni partigiane e fu tra i fondatori dei GAP di Torno. Qui svolse, con il nome di battaglia "Ivaldi", numerose azioni di sabotaggio contro l'occupante nazifascista e uccise diversi esponenti del regime fascista, spie e collaborazionisti, tra i quali il maresciallo della Milizia e amico personale di Benito Mussolini, Aldo Mores, e il giornalista fascista Ather Capelli (31 marzo 1944). A Torino ebbe anche luogo, il 18 maggio 1944, il sacrificio eroico di Dante Di Nanni, membro del GAP comandato da Pesce, subito dopo l'attentato contro la stazione radio dell'EIAR che disturbava le trasmissioni di Radio Londra.
In seguito a questi ultimi drammatici avvenimenti, nel mese di maggio 1944 Giovanni Pesce si trasferì a Milano, dove riorganizzò la formazione locale, la III Brigata GAP "Rubini", prendendone il comando col nome di battaglia di "Visone". Tra le sue azioni a Milano, è da ricordare l'esecuzione del colonnello della Milizia Cesarini, dirigente fascista della fabbrica aeronautica Caproni (15 marzo 1945). Qui Giovanni Pesce operò con la staffetta partigiana "Sandra", Nori Brambilla, che dopo la Liberazione, il 14 luglio 1945, divenne sua moglie.
Dopo la seconda guerra mondiale è stato consigliere comunale a Milano nelle file del Partito Comunista italiano, dal 1951 al 1964, e consigliere nazionale dell'ANPI fin dalla fondazione. Nel 1991 entrò nel Partito della Rifondazione Comunista continuando sino alla fine la sua attività politica e di testimonianza sulla Resistenza e i suoi valori.
Per le sue attività nella Resistenza italiana, il 23 april 1947, è stato insignito della Medaglia d'Oro al Valor Militare, per decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, Alcide De Gasperi.
Un'iniziativa per nominare Giovanni Pesce Senatore a Vita ha raccolto 2450 firme fino al 26 luglio 2007, e continua a ricevere firme come omaggio postumo alla figura del "Comandante Visone".
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