lunedì 29 ottobre 2007

Ultime dalla Città del Vaticano

Domenica 28 ottobre: La Chiesa cattolica ha beatificato 498 suoi membri uccisi durante la Guerra Civile, ponendoli sul percorso di una possibile santificazione e rievocando ricordi di un conflitto che ancor oggi divide la Spagna.
La maggior parte di quanti sono stati onorati nella cerimonia di domenica a Roma, la più grande beatificazione di massa di sempre, erano preti e suore uccisi da militanti di sinistra nell'escalation della guerra fra 1936 e 1939.
Molti religiosi ed esponenti del clero cattolico si erano schierati con Francisco Franco nel conflitto, scoppiato dopo un colpo di Stato del generale contro il governo di sinistra della Repubblica spagnola e la sua ascesa al potere come dittatore. Nel corso dei decenni, la Chiesa ha raccolto prove sul fatto che molti suoi esponenti furono uccisi per la loro fede, rendendoli candidati alla beatificazione. Se vi saranno rapporti su miracoli collegati a preghiere a loro rivolte, alcuni potrebbero diventare santi, processo che richiederà anni. Ma il processo di beatificazione ha risvegliato ricordi amari sul ruolo della Chiesa nella Guerra Civile.
Il conflitto è ancor oggi oggetto di un rabbioso dibattito in Spagna ed il governo socialista sta progettando una legge, avversata dalla Chiesa, per condannare ufficialmente il regime di Franco, morto nel 1975."
La gerarchia della Chiesa Cattolica sta perdendo un'occasione per riconoscere pubblicamente le sue responsabilità nel sostegno al golpe militare di Franco ed alla sua dittatura", ha detto l'Associazione per la Memoria Storica, che ricerca fosse comuni in cui si trovano vittime delle forze di Franco.
La Chiesa insiste sul fatto che una cerimonia religiosa non va confusa con una dichiarazione politica. "Quel che celebreremo è la memoria di persone che hanno scelto di restare fedeli alla loro fede ed all'amore per Gesù Cristo al di là delle stesse loro vite", ha detto Maria Encarnacion Gonzalez, storica che supervisiona l'Ufficio ecclesiastico per le cause dei santi.
La vicenda coinvolge un Paese un tempo a forte maggioranza cattolica ma dove oggi è permesso il matrimonio omosessuale. Inoltre, l'anticlericalismo, che esplose in violenze negli anni Trenta che costarono la vita a migliaia di membri delle organizzazioni religiose, è ancora radicato in una parte della popolazione.

Lunedì 29 ottobre: Il Papa Benedetto XVI ha chiesto oggi che il diritto all'obiezione di coscienza in casi come l'aborto o l'eutanasia sia riconosciuto anche ai farmacisti.
Nel discorso che ha tenuto davanti alla Federazione internazionale dei farmacisti cattolici, il Pontefice ha ricordato che nel ruolo dei farmacisti c'è anche quello di "far conoscere le implicazioni etiche dell'impiego di certi medicinali", spiegando che "non è possibile anestetizzare le coscienze, per esempio sugli effetti di molecole che hanno per scopo di evitare l'annidamento di un embrione o di abbreviare la vita di una persona".
Per Papa Ratzinger i farmaci devono "assolvere realmente al loro scopo terapeutico": per questo dunque ha invitato i farmacisti della Federazione cattolica ad affrontare "la questione dell'obiezione di coscienza, che è un diritto che deve essere riconosciuto alla vostra professione, permettendovi di non collaborare, direttamente o indirettamente, alla fornitura di prodotti che hanno per obiettivo scelte chiaramente immorali, come per esempio l'aborto e l'eutanasia".
Fonte: Reuters Italia

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