martedì 23 ottobre 2007

Sinistra come?

Pubblichiamo un articolo "particolare" del sig. Alfio Tarullo, pubblicato dal quotidiano web Brindisi sera nell'edizione di oggi (23 settembre, ndr). E' un po' lungo forse, ma val la pena di leggerlo fino in fondo.

La sinistra "radicale" viene contrapposta dagli uomini politici, di maggioranza e no -e da molti apprezzati giornalisti- ad una sinistra "riformista" con l'intendimento di rendere antitetici i due termini identificativi. Ma è così? E il popolo che riforme vuole?

Leggete questa sequela granduignolesca di aggettivi, tutti sparati di volta in volta, contro la "sinistra radicale" da illustri e meno illustri messeri: estremista - rivoluzionaria - massimalista - integralista - bicomunista - antagonista - rissosa- populista - conservatrice.

Dica il lettore se ha mai sentito una sfilza di aggettivi più minacciosi e riprovevoli, intenzionalmente deturpanti. Non vi sembra davvero troppo lunga la gragnola di delucidanti specificazioni? L'ultima delle quali potrebbe sembrare fuori posto, invece è stata egualmente coniata, come se talvolta non fosse necessario conservare, da parte della sinistra, qualcosa di buono che ai potenti dispiace sia conservato: non è detto che il conservatore sia un malandrino. In illo tempore, per esempio, la sinistra avrebbe voluto conservare la scala mobile, ma fu battuta da Craxi e dal referendum riformista.
Soffermiamoci sul significato dei vari aggettivi, non prima di aver precisato che il Grandguignol, come ci ricorda il dizionario De Mauro, era il "genere di teatro drammatico, in voga nell’Ottocento, in cui dominavano elementi macabri e raccapriccianti" (sangue, sangue, sangue con inenarrabili scene cruente).

Traggo le definizioni, potete controllare, dall'umile "Dizionario Garzanti della lingua italiana" mantenendo gli aggettivi al maschile: ma voi volgeteli al femminile in quanto riferiti, quasi sempre impertinentemente, alla Sinistra:

1-Estremista: sostenitore di idee, misure estreme, in politica, arte, ecc
2-Rivoluzionario: che rinnova profondamente, che mira a sconvolgere un ordine prestabilito
3-Massimalista: fautore del massimalismo, corrente che mira a realizzare il massimo del proprio programma
4-Integralista: seguace dell'integralismo, tendenza ad applicare rigorosamente e in tutti i campi (politico, sociale, ecc.) i princìpi di una sola dottrina
5-Bicomunista: chi è doppiamente comunista, cioè propugna la collettivazione dei mezzi di produzione e la distribuzione dei beni prodotti secondo i bisogni di ciascuno
6-Antagonista: chi compete con altri
7- Rissoso: chi è incline alla risse (cioè liti clamorose e volgari con scambi di ingiurie e percosse)
8- Populista: sostenitore e seguace del populismo, forma di socialismo generico senza precisa impostazione dottrinale
9-Conservatore:: chi propugna il mantenimento delle strutture politico-economiche esistenti e respinge ogni riforma giudicata impropria

Dunque, secondo lor messeri la Sinistra meriterebbe di essere aggettivata in tutte le guise che ho elencato oppure dovrebbe accontentarsi della definizione più colorata da film di fantascienza: "la Cosa Rossa", dove l'indeterminatezza della parola "cosa" infonde il timore dell'ignoto, quello che pervadeva i marinai che varcavano, con navi insicure, le colonne d'Ercole ignari di qual genere di barbarie li attendesse nella pianura acquea dell'Orbe.
Gli è che il governo Prodi comprende al suo interno ministri del PD (il partito nato dalla fusione di DS e Margherita) e di altre formazioni politiche tra le quali alcune vengono idealmente raggruppate nella "cosa rossa" o "sinistra radicale".
Questo coacervo politico di idealismi e pragmatismi varò il programma di governo denominato "Per il bene dell'Italia" e che fu oggetto di sarcasmi per la sua prolissità e, talvolta, indeterminatezza.
L'attuazione o l'attenuazione di questo programma è alla genesi di un interessato attacco alle posizioni radicaleggianti che la Sinistra Democratica esprimerebbe con eccessivi richiami a modifiche o accomodamenti.
Ci si riferisce, in particolare, alla tassazione delle rendite e al precariato giovanile.
Per poter stabilire se, nel rapporto con gli elettori, abbia ragione la Sinistra radicale oppure gli altri partiti che compongono il governo dell'Unione occorre andare a rileggere i punti inseriti nel programma governativo.
A beneficio dei nostri pazienti e ben predisposti (spero) lettori, si riportano qui sotto, integralmente, alcuni passaggi del programma, sottoscritto da tutte le forze politiche, per quanto attiene il precariato, ripromettendoci in un successivo articolo di intrattenerci sul tema della tassazione, lotta all'evasione e riduzione del costo del lavoro.

*A pag. 53 - Capitolo "Lavoro, diritti e crescita, camminare insieme" e paragrafo "Una piena e buona occupazione" - si legge:

"Proponiamo la reintroduzione del credito di imposta a favore delle imprese che assumono a tempo indeterminato. Noi siamo contrari ai contenuti della legge n. 30 e dei decreti legislativi n. 276 e 368 che moltiplicano le tipologie precarizzanti. Per noi la forma normale di occupazione è il lavoro a tempo indeterminato, perché riteniamo che tutte le persone devono potersi costruire una prospettiva di vita e di lavoro serena. In tal senso, crediamo che il lavoro flessibile non possa costare meno di quello stabile e che tutte le tipologie contrattuali a termine debbano essere motivate sulla base di un oggettivo carattere temporaneo delle prestazioni richieste e che non debbano superare una soglia dell'occupazione complessiva dell'impresa. Proponiamo che le tipologie di lavoro flessibile siano numericamente contenute e cancellate quelle più precarizzanti: ad esempio il job on call, lo staff leasing e il contratto di inserimento. [omissis] La regolamentazione del lavoro interinale dovrà essere rivista, anche considerando la impostazione legislativa definita dal precedente governo di centrosinistrra. Inoltre, ci impegniamo a rivedere la normativa in merito agli appalti di opere e di servizi e alla cessione del ramo d'azienda, spesso utilizzata in modo fittizio per aggirare le tutele dei lavoratori attraverso il meccanismo delle esternalizzazioni: la disciplina va ricondotta alla sua corretta dimensione, giustificata esclusivamente da oggettivi requisiti funzionali e organizzativi."

Risultano ben evidenti e delineati i propositi programmatici dell'Unione e il richiamo alla loro applicazione, da parte della Sinistra, non può essere spacciato per litigiosità o attacco al governo di cui si fa parte.
Adesso soffermiamoci sui nove aggettivi più in voga per classificare la Sinistra (vedi sopra).
Una Sinistra siffatta (quella di Giordano, Diliberto, Pecoraro Scanio e Mussi) che cerca di compattarsi su punti programmatici da tutti accettati e sottoscritti (anche se ci sarà stato qualche inevitabile "obtorto collo" della parte moderata dell'Unione) non può essere definita estremista. Sono misure estreme quelle di cui si chiede il rispetto?

Sinistra rivoluzionaria che mira a sconvolgere un ordine prestabilito. Sarebbe il precariato l' "ordine prestabilito"? Abolire il precariato può essere considerata nientemeno che una rivoluzione?
Sinistra massimalista. Mira a realizzare il massimo del "suo" programma? Ma la Sinistra "radicale" mira a realizzare il massimo del programma comune, non chiede di più.
Sinistra integralista. Credo che non voglia applicare i principi di una sola dottrina, chiede soltanto di attuare un punto programmatico indicato chiaramente nel patto elettorale.
Sinistra bicomunista. Mi pare che sia stato l'on. Berlusconi a mettere in orbita questo aggettivo; egli vede comunisti in ogni luogo e talvolta vede doppio. Forse "bicomunista" spaventa più che "comunista"; Bi o non bi, il precariato potrebbe essere abolito anche dagli anticomunisti, con grande sollievo per i nostri giovani...
Sinistra antagonista. Si può essere in competizione o no?
Sinistra rissosa. Questo è vero. Nell'Unione, però, non mi sembra che i più rissosi siano quelli della sinistra "radicale". Mastella docet.
Sinistra populista. Senza precisa impostazione dottrinale. Beh è un'accusa da rivolgere alla Sinistra? L'impostazione dottrinale c'è, eccome! "Salviamo i nostri giovani" vi sembra un'affermazione generica, quando si chiede di sancire l'abolizione parziale del precariato?
Sinistra conservatrice. Chi respinge ogni riforma giudicata impropria. La riforma contenuta nella Legge 14/02/2003 (Legge Maroni, strumentalmente conosciuta come "Legge Biagi", dal nome del professore, barbaramente assassinato dalle Brigate Rosse, proponente le linee guida adottate dal governo Berlusconi) è ritenuta non solo impropria...

In definitiva si vuole derubare la Sinistra governativa di quella parte del programma che trovò consensi da parte di tutte le altre espressioni politiche che concorsero alla redazione della "carta". E si vuole tartassare il derubato ghettizzandolo o mettendolo in prigione. Ciò mi ricorda quella pagina collodiana delle "Avventure di Pinocchio", quando il burattino, bugiardo fin che si vuole, ma questa volta dicendo la verità, accusò i malandrini di averlo derubato.

Scrive Collodi:
"Pinocchio, alla presenza del giudice, raccontò per filo e per segno l'iniqua frode, di cui era stato vittima; dette il nome, il cognome e i connotati dei malandrini, e finì col chiedere giustizia. Il giudice lo ascoltò con molta benignità: prese vivissima parte al racconto: s'intenerì, si commosse: e quando il burattino non ebbe più nulla da dire , allungò la mano e suonò il campanello. A questa scampanellata comparvero subito due cani mastini,vestiti da giandarmi.Allora il giudice, accennando Pinocchio ai giandarmi, disse loro:"Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d'oro: pigliatelo dunque e mettetelo subito in prigioneIl burattino, sentendosi dare questa sentenza fra capo e collo, rimase di princisbecco e voleva protestare: ma i giandarmi, a scanso di perditempi inutili, gli tapparono la bocca e lo condussero in gattabuia."
(L'episodio collodiano ha un successivo comico strascico, quando viene concesso un indulto ai malandrini, non applicabile a Pinocchio che malandrino non s'era dichiarato. E per fruire dell'indulto, Pinocchio si dichiara malandrino e viene scarcerato.)

Qui non ci sono giudici di questa tempra, ma è inammissibile che chi è derubato venga anche condannato e infilzato con aggettivi strabilianti che evocano innominabili paure, con allusioni a ricatti inesistenti.
E la gente si schiera dalla parte dei derubati cercando di individuare chi sono i malandrini, con buona pace del bellissimo e imbronciato Casini che crede di far passare per depravata una sinistra che si richiama ai patti sottoscritti, inclusi nella fluviale confezione prodiana.

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