giovedì 4 dicembre 2008

Parola di Venerabile

''Con la P2 avevamo l'Italia in mano. Con noi c'era l'Esercito, la Guardia di Finanza, la Polizia, tutte nettamente comandate da appartenenti alla Loggia Massonica P2, ma tutto sempre per il bene del Paese. La P2 raccoglieva tutte persone che non avevano bisogno di fare carriera, ma di essere sostenute, perché erano tutti arrivati a posti di alta responsabilità. Noi non abbiamo mai voluto attaccare, eravamo invece una sentinella, attenta a controllare che non emergesse il Partito Comunista''. Lo ha detto Licio Gelli intervistato da Klaus Davi aggiungendo che ''all'epoca, il Partito Comunista, dal 1965 sino al 1975-80, era ben strutturato militarmente, in grado di organizzare bene anche un colpo di Stato, aveva potere militare.

Non era come il Partito Comunista di oggi, che non conta più niente ed è diviso in undici bande in lotta tra loro''. ''Nel mio piano di rinascita della P2 -ha aggiunto- prevedevo la creazione di una Repubblica presidenziale, perché da più responsabilità e potere a chi guida il Paese, cosa che nella Repubblica parlamentare manca. Il Presidente attuale di una Repubblica parlamentare non è responsabile praticamente di nulla. Se accade qualcosa, non riguarda mai il Presidente, bensì il Parlamento. In Italia c'è bisogno di una Repubblica presidenziale''. Nell'intervista Gelli ha parlato anche dei suoi guai giudiziari e delle pagine più nere della nostra repubblica.

''La strage di Bologna? Fu opera di una mano straniera. Le accuse nei miei confronti sulla strage di Bologna sono solo masturbazioni mentali dei giudici appartenenti a cellule comuniste. Proprio per questo motivo si dimise Montorsi, l'avvocato di parte civile del processo. Io sono stato assolto in primo grado. Poi fui accusato in secondo grado per calunnia, ma non ho mai fatto i nomi di nessuno. In terzo grado, fui invece accusato di essere un depistatore ma come può un libero cittadino depistare?''. Commentando l'omicidio del giornalista Pecorelli Gelli ha dichiarato: ''Omicidio Pecorelli? Fu opera di mano italiana. Se i magistrati avessero analizzato e studiato con attenzione i bollettini ricevuti dal giornalista nell'ultimo anno, sarebbero venuti a capo di informazioni utili. Io non sono un investigatore, altrimenti avrei verificato le minacce che aveva ricevuto e la gravità che le stesse potevano comportare. In un certo senso dovevano eliminarlo''.

canisciolti.info

1 commento:

Luigi ha detto...

ma porcoddio c'è gente che ancorac gli fa dire certe puttanate a questo?