La notizia arriva da Firenze. Secondo un'ordinanza del comune (di centro sinistra) i lavavetri possono rischiare fino a tre mesi di galera. L'idea - a quanto pare - è piaciuta subito ad un altra amministrazione di centro sinistra. Michele Emiliano, sindaco di Bari, ha annunciato che procederà anche lui in questa direzione mentre il sindaco di Torino Sergio Chiamparino ha fatto sapere che assumerà tutte le informazioni per verificare se un'ordinanza simile è possibile anche nella sua città.I lavavetri. Questa la nuova emergenza dell'estate 2007. L'aspirante segretario del futuro partito democratico Walter Veltroni se ne è fatto subito carico. E' una questione nazionale, ha detto, e quindi non possono essere i singoli comuni a pensare di risolverla. Ci vuole una soluzione organizzata e simile per tutte le città.
I lavavetri. Allora questo il nuovo pericolo da combattere. La cosa ci indigna, ma non ci stupisce. Sono mesi che dai ministri, sindaci, amministratori, segretari di partito e aspiranti tali del centro sinistra vengono messaggi che contengono la stessa matrice culturale, la stessa intenzione politica. Abbiamo sentito che per la sinistra la ricchezza non deve essere un nemico. Senza neanche porre il dubbio che qualche volta la ricchezza di alcuni si costruisce sulla povertà di altri. Che i precari vengono prima degli operai. Come se il problema oggi fosse fare una gerarchia fra chi sta male e chi sta peggio. Che i sindacati difendono troppo i lavoratori. E qui si è sfiorato il ridicolo: che cosa dovrebbero fare? Abbiamo sentito dire che la precarietà non è una bella cosa, ma che le leggi sul mercato del lavoro alla fin fine vanno bene. Ci hanno assicurato che i rom saranno allontanati dai centri cittadini con le buone o con le cattive maniere. Che la sicurezza viene prima di tutto e che non è di destra né di sinistra. L'elenco è lungo, ma ci fermiamo qui per porre una domanda. Perchè questa sfilza di dichiarazioni e di prese di posizione? Che cosa c'è dietro questa ossessione di tanti esponenti del centro sinistra di mostrare che hanno abbandonato ogni posizione diversa da quelle di destra? C'è chi vi ha visto una grande voglia di centro, il desiderio di cambiare gli equilibri politici, l'intenzione di andare ad un governo che scarichi la sinistra radicale e apra ai moderati. Per fare tutto questo è importante mandare segnali di cambiamento, mostrare che si è disponibili ad affrontare i problemi sociali in modo moderato e responsabile.
Probabilmente c'è del vero. Ma non basta a spiegare. Quest'estate, infatti, nel grande circo del dibattito politico che ha avuto al suo centro la nascita del partito democratico non c'è stato solo uno spostamento di posizioni in senso moderato o conservatore. Non abbiamo assistito solo al tentativo, persino legittimo, di spostare un elettorato ed una opinione pubblica diffidente nei confronti della sinistra. Quel che è avvenuto è più profondo e più grave. E' maturata in questi mesi nello stillicidio di dichiarazioni, nell'abbondanza di prese di posizione e di interviste una "cultura politica", un'ideologia che si propone con forza e anche con una sua dose di violenza.
L'"emergenza lavavetri" è infatti un messaggio innanzitutto ideologico. Non è una soluzione politica, né amministrativa, né di buon senso. Un buon amministratore, infatti, sa che chi non può più recuperare qualche spicciolo davanti ai semafori finisce più facilmente a fare lo spacciatore. Un politico dovrebbe aver chiaro che non è il caso di riempire le carceri italiani di lavavetri. Chiunque abbia un po' di buon senso dovrebbe pensare che non si può mettere in galera chi al massimo procura qualche fastidio o può essere maleducato.
Il messaggio ideologico invece è chiaro. Ai problemi posti dalla società non c'è una risposta di sinistra, c'è solo l'accoglimento e l'allargamento delle risposte di destra. Non è strano né casuale che gli esponenti della Lega plaudano all'emergenza lavavetri e alle nuove ordinanze comunali.
E ancora, più in generale si manda a dire che non esistono risposte di destra e risposte di sinistra. Esistono "risposte". E siccome quelle di destra sono belle e pronte e si fondano sulla paura, sulla istintiva difesa delle grandi e piccole comodità della vita quotidiana, sul rifiuto di chi ha meno, di chi è ai margini del proprio benessere, ecco che quelle risposte diventano le uniche, assumono un carattere oggettivo e neutrale.
L'"emergenza lavavetri" non riguarda solo quei migliaia che chiedono qualche spicciolo dando in cambio il lavoro che possono dare. Riguarda la sinistra. Anche per chi si ostina a cercare a sinistra ormai è emergenza.
Ritanna ArmeniI lavavetri. Allora questo il nuovo pericolo da combattere. La cosa ci indigna, ma non ci stupisce. Sono mesi che dai ministri, sindaci, amministratori, segretari di partito e aspiranti tali del centro sinistra vengono messaggi che contengono la stessa matrice culturale, la stessa intenzione politica. Abbiamo sentito che per la sinistra la ricchezza non deve essere un nemico. Senza neanche porre il dubbio che qualche volta la ricchezza di alcuni si costruisce sulla povertà di altri. Che i precari vengono prima degli operai. Come se il problema oggi fosse fare una gerarchia fra chi sta male e chi sta peggio. Che i sindacati difendono troppo i lavoratori. E qui si è sfiorato il ridicolo: che cosa dovrebbero fare? Abbiamo sentito dire che la precarietà non è una bella cosa, ma che le leggi sul mercato del lavoro alla fin fine vanno bene. Ci hanno assicurato che i rom saranno allontanati dai centri cittadini con le buone o con le cattive maniere. Che la sicurezza viene prima di tutto e che non è di destra né di sinistra. L'elenco è lungo, ma ci fermiamo qui per porre una domanda. Perchè questa sfilza di dichiarazioni e di prese di posizione? Che cosa c'è dietro questa ossessione di tanti esponenti del centro sinistra di mostrare che hanno abbandonato ogni posizione diversa da quelle di destra? C'è chi vi ha visto una grande voglia di centro, il desiderio di cambiare gli equilibri politici, l'intenzione di andare ad un governo che scarichi la sinistra radicale e apra ai moderati. Per fare tutto questo è importante mandare segnali di cambiamento, mostrare che si è disponibili ad affrontare i problemi sociali in modo moderato e responsabile.
Probabilmente c'è del vero. Ma non basta a spiegare. Quest'estate, infatti, nel grande circo del dibattito politico che ha avuto al suo centro la nascita del partito democratico non c'è stato solo uno spostamento di posizioni in senso moderato o conservatore. Non abbiamo assistito solo al tentativo, persino legittimo, di spostare un elettorato ed una opinione pubblica diffidente nei confronti della sinistra. Quel che è avvenuto è più profondo e più grave. E' maturata in questi mesi nello stillicidio di dichiarazioni, nell'abbondanza di prese di posizione e di interviste una "cultura politica", un'ideologia che si propone con forza e anche con una sua dose di violenza.
L'"emergenza lavavetri" è infatti un messaggio innanzitutto ideologico. Non è una soluzione politica, né amministrativa, né di buon senso. Un buon amministratore, infatti, sa che chi non può più recuperare qualche spicciolo davanti ai semafori finisce più facilmente a fare lo spacciatore. Un politico dovrebbe aver chiaro che non è il caso di riempire le carceri italiani di lavavetri. Chiunque abbia un po' di buon senso dovrebbe pensare che non si può mettere in galera chi al massimo procura qualche fastidio o può essere maleducato.
Il messaggio ideologico invece è chiaro. Ai problemi posti dalla società non c'è una risposta di sinistra, c'è solo l'accoglimento e l'allargamento delle risposte di destra. Non è strano né casuale che gli esponenti della Lega plaudano all'emergenza lavavetri e alle nuove ordinanze comunali.
E ancora, più in generale si manda a dire che non esistono risposte di destra e risposte di sinistra. Esistono "risposte". E siccome quelle di destra sono belle e pronte e si fondano sulla paura, sulla istintiva difesa delle grandi e piccole comodità della vita quotidiana, sul rifiuto di chi ha meno, di chi è ai margini del proprio benessere, ecco che quelle risposte diventano le uniche, assumono un carattere oggettivo e neutrale.
L'"emergenza lavavetri" non riguarda solo quei migliaia che chiedono qualche spicciolo dando in cambio il lavoro che possono dare. Riguarda la sinistra. Anche per chi si ostina a cercare a sinistra ormai è emergenza.
Fonte: Liberazione


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